mercoledì 1 dicembre 2010

Il forigioco spiegato alle mi' figliole



A Gaspare piaceva quel rumore. Il rumore che fanno i tacchetti quando esci dallo spogliatoio: è il rumore di una promessa. A Gaspare piaceva la nostra squadra, ci credeva. Era il nostro allenatore, uno che di lavoro faceva il barista e la sera chiudeva il bandone per venire al campo di allenamento con noi ragazzini. Era anche uno dei soci della squadra insieme al Nappa che invece era il presidente. Per la carica si erano sfidati a fare il miglior cappuccino senza schiuma.

La classe di un barista si misurava così.

Il nostro girone prometteva male, c'erano squadre fortissime. C'era la famosa Cattolica Virtus (ci aveva giocato pure Paolo Rossi), il Santa Brigida, il Sant'Umiltà e persino una squadra che si chiamava Salve Regina Calcio.

"Ragazzi questi c'hanno tutte i preti dietro, l'è un casino vincere foricasa" si lamentò Gaspare dopo l'allenamento.

Il Sant'Umiltà aveva il parroco con la tonaca in panchina. Una squadra con questo nome (chiesa della Santa Umiltà e dello Spirito Santo - non prendevano gol dalla pasqua del III° secolo A.C.) te la immagini con San Francesco all'ala destra, il Dalai Lama centrale in difesa e Tomaszewsky in porta (un polacco in porta è fondamentale per certe squadre).

La nostra prima vittoria fu proprio col Santa Umiltà (ometterò : e dello Spirito Santo perchè quella sera giocarono veramente in undici).
Alla fine del primo tempo l'arbitro dà un rigore contro di noi; nemmeno alla Juventus l'avrebbero dato un rigore del genere. Il parroco in panchina aveva già schiccato mezzo rosario.
Io stavo in porta.

Cercai di ricordarmi quello che mi aveva detto Gaspare a proposito dei rigori, a proposito di rimanere fermi, di guardare il piede e non la palla.
Lo sentii forte : "Buttati a destra!"
Era strano sentire Gaspare urlare qualcosa, non parlava quasi mai in campo. Diceva tutto nello spogliatoio.

Buttati a destra era anche una buona raccomandazione, perché quel mancino aveva un rasoterra che affondava i sommegibili.
Emersione. Rimasi fermo in mezzo alla porta e il siluro non ci affondò. Vincemmo due a zero.

Dopo la doccia chiesi a Gaspare perché mi aveva detto di buttarmi a destra.
Non aveva aperto bocca. Non era nemmeno riuscito a godersi la parata.
"L'hai detto alla tu' mamma che non vai più a catechismo ?" mi disse piano guardandomi negli occhi.
Lo sapevo. Gaspare era uno che al bar ti faceva il resto prima dell'ordinazione; non gli raccontavi balle.
Lo guardai bene mentre si allontanava verso la macchina.

Era biondo Gaspare. Era biondo di un biondo scuro, un biondo vero, biondo legno.
meglio del gesù di zeffirelli.

31 commenti:

  1. la mervigliosa foto di copertina l'ho trovata in un sito che non mi ricordo : peccato...

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  2. non ci crederai ma per tutto il tempo durante la lettura mi sono detta, questo è un genio, è un genio soprattutto per quella meravigliosa foto di copertina. Visto che la foto non è tua devo ricredermi, non sei un genio mi hai cocentemente deluso, soprattutto perchè non ci hai spiegato mica il fuorigioco! ero li che mi dicevo, ecco adesso finalmente capirò...e poi, buttati a destra, ti pare un buon consiglio?
    un bacio

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  3. devo aggiungere una cosa riguardo al cappuccino senza schiuma, quello si che è geniale, impegnarsi a dare il minimo risulatato, mi va di vederla così.
    non torno più, lo giuro.

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  4. Già è difficile capire il fuorigioco, figuriamoci il "forigioco"!!

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  5. ma li fabbricano ancora come il Gaspare?

    comunque ora mi leggerò gli arrtrati sul forigioco

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  6. La tua classe, Giardy, è tutto, tranne ke cappuccino!
    In porta hai superato anke il polacco più famoso della chiesa, togliendo l'aureola anke alla palla!
    Forse non avrete mai vinto il primo posto in classifica, ma sconfiggere il Santa Umiltà penso sia stato proprio dare il massimo!
    Ciao, da una rossa vera, rossa biondastra, come quella chiamata Gilda!
    Ehi, Giardy, un bacio fuori dal gioco tutto x te!
    Elisena

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  7. Dopo migliaia di partite di pallone il "forigioco" l'ho quasi capito:-) Sei geniale Antò:-), ma questo lo sai già;-) buon fine settimana.

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  8. weeeeeeeeeeeee antonio non è che gaspare ti ha insegnato a scrivere? casomai l'avesse fatto je puoi fare il mio nome che voglio imparare anche io?

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  9. XXX:D io so cos'è un fuorigioco e m'è piaciuto soprattutto che tu nn lo spiegassi! I Gaspare che conosco io son bruttissimi e magari avessero i capelli del gesù di Zeffirelli!

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  10. Dunque scrivi. E sei toscano, scrivi da toscano lo si capisce dopo tre righe e non solo pei il "forigioco" ma per lo spirito che c'è dentro. Ho un amico della tua terra: vive a Firenze; leggo te e mi pare di sentire parlare lui. Siete assolutamente riconoscibili, c'è sempre una fuga verso un riso amaro e infantile, una verità che resta anche dopo aver provato tutte le scorciatoie.
    Alcuni lo hanno definito cinismo, secondo me è una parte dell'umorismo involontario della vita, quello che vive tra Roncobilaccio e Arezzo. Ma come hai fatto a capitare da me? Per quali insondabili vie hai attraversato lo stretto? Ciao e alla prossima. Enzo- Minimo

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  11. Ed io che speravo finalmente di capire!!!!!!!
    Ciao!Syl

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  12. Molto bello. Il calcio evoca immagini che poco altro riesce a richiamare.

    Mi ricorda un gran bel racconto, purtroppo non mio: http://segnodisegno.blogspot.com/2010/09/vola-poldo-vola.html

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  13. Mi piacciono molto i post ma le copertine sono straordinarie... mi pare di avertelo già detto ma meritava ripeterlo...
    ciao! mirco

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  14. Bellissima foto! E' evidente che le fai divertire.

    P.S.
    Mi hai fatto morire con i dispenser dispensati a ogni piè sospinto!

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  15. ciao zenzero,i tuoi racconti tra il serio e il dissacratorio narrano tutti fatti reali,storie di tragiche verità, sei proprio un "mostro" di piccante bravura
    ^_^
    un dolce saluto

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  16. A volte non ci sono abbastanza rosari...

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  17. c'è sempre un mis-credente che para-bola i rigori...

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  18. mi viene in mente la canzone di de gregori
    http://www.youtube.com/watch?v=lETVilXSfNY
    ciao jar
    barche di c.
    che mangiava pane e calcio a merenda

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  19. E' inutile, malgrado i miliardi, i clamori , il tutto , l'extra - e forse anche questo ne fa parte integrante - il calcio resta un ottimo specchio della vita ....... eh si spiegaglielo il forigioco alle tu' figliole ....... fusa e miagoliiiiiiiiii

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  20. da tempo non passavo da te e allora ho letto tutti i post che mi ero persa.....incredibile quanto scrivi bene ma sopratutto la passione che ci metti nella costruzione di un tuo scritto.
    ps: io ho cambiato un pò il mio blog per vari motivi , ma cmq nella rete ci sono tracce di me da qualche parte non molto lontana!!!
    1 bacio

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  21. "Il rumore che fanno i tacchetti quando esci dallo spogliatoio: è il rumore di una promessa"
    E' proprio un bellissimo "Attacco"...
    Non li ho consultati ,ma so che piacerebbe molto anche a John Cage e Ray Bradbury
    Ciao Giardinho

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  22. La foto di copertina è speciale, anche se non tua.
    Un abbraccio e buon inizio di settimana!

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  23. .. questo è quello che si dice scrivere un pezzo davvero sublime per stile, eleganza, singolarità e ironia, le tue storie non deludono mai ^ __ ^

    un caro saluto

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  24. Ci garba!!!:-))

    ..qualunque cosa dici o fai, le tue parole hanno sempre del "fantastico". Ne godo, fra occhi e cuore, colorandomi di "nuovo", ogni volta:-)
    Ti abbraccio Maestro.
    *A*

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  25. uhmmm...una specie di clericus cup ante litteram?!?

    ???

    volovivace

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  26. riprendendo un commento qui sopra, sei la persona più vicina all'essere geniale che conosco di recente. i tuoi post potrebbero comporre una bibbia del 21esimo secolo, sono abbastanza mistici, interpretabili, ispirati, e ambigui per tenere impegnate generazioni. Quest'ultima più lunga è speciale per quello, permetti più dettagli di completare la storia. grazie ancora. Ora però non pensare di essere arrivato con tutti questi complimenti, sei solo all'inizio!

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  27. forigioco è quando guardalinee alza bandierina. credo.

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