venerdì 23 maggio 2014

prendi il buono






Prendi il buono e mettilo da parte diceva, prima che la tristezza diventi malinconia e poi … e poi non si ricordava, lei non ci era arrivata a quel punto, la sua era tristezza semplice, senza gradi. Tristezza semplice, da riformare in caso di guerra.
E quindi prendi il buono, cucinalo se ti riesce e portalo a spasso una volta al giorno come il cane (il buono ha i suoi bisogni). Metti una scheggia da qualche parte, una bomba è troppo, basta una scheggia. Non fanno così anche i coltivatori di perle per tirare fuori un gioiello dall'ostrica ?
E' l’unico consiglio che ti posso dare, bevici qualcosa davanti, perché se cominci a bere dietro le cose la tristezza diventa malinconia e la malinconia rabbia e poi... e poi non gli tornava in mente cosa capitasse dopo. Bevi qualcosa da battere forte sul bancone per rendere l’alcol ancora più volatile, un bumbum di emozioni. Una scheggia si era detto ?
E i fantasmi ? I fantasmi esistono più o meno, alcuni sono ombre pesanti, altri si approfittano di essere vivi.

Prendi il buono non cambiargli il pannolino finché non piange, prima che la tristezza diventi malinconia e la malinconia rabbia, la rabbia si trasformi in rimpianto e poi ... e poi non si ricordava il passo seguente come se gli fosse toccato una bibbia strappata o una di quei film col finale aperto.


Prendi il buono, e fagli subito una radiografia perché è facile che abbia le ossa vetrose che si rompono spesso, prima che la tristezza diventi malinconia e la malinconia rabbia e la rabbia si trasformi in rimpianto ed il rimpianto cresca nella disperazione e poi ... e poi cercava di ricordare il consecutivo per terminare la serie come si fa nei giochi coi numeri.
Ma la sua era una tristezza banale che baciava in piedi, spegneva la luce quando usciva dalla stanza e metteva la cioccolata in frigo anche d'inverno. 

Prendi il buono mettigli davanti il prefisso telefonico della tua città in maniera che possa abitare vicino a te e la smetta di cambiare casa ogni volta, prima che la tristezza diventi malinconia e la malinconia rabbia e la rabbia si trasformi in rimpianto ed il rimpianto cresca nella disperazione, la disperazione si perda in un gorgo di angoscia profonda e poi ... e poi non aveva memorizzato l'ulteriore passaggio, sperava solo fosse l'ultimo perché non ne poteva più, perché anche il buono perde le bollicine come fa l'aranciata lasciata aperta.
La sua era una tristezza elementare ma non è detto che non facesse male, anche quando ti lascia solo, perché non si scappa, si soffre anche quando la tristezza ti abbandona. 

Prendi il buono, prendilo da condire, non fidarti di quelli precotti o di quello del take away che ti regala la birra d'importazione, prendi il modello meno accessoriato, senza vernice metallizzata. Perché che la tristezza diventa malinconia e la malinconia rabbia e la rabbia si trasforma in rimpianto ed il rimpianto cresce nella disperazione, la disperazione si perde in un gorgo di angoscia profonda e poi... e poi, non gli veniva.
Ce l'aveva sulla punta della lingua ma poi si era buttata, con un tuffo ad alto coefficiente di difficoltà.
Perché la sua tristezza non sapeva carpiare.


14 commenti:

  1. Non mi piace essere triste e poi è così facile prendere il buono! Un po' di buono di qua, un po' di buono di là... Se inizi poi è come con le ciliegie, non smetti più! Forse però a qualcuno non piacciono le ciliegie. Si potrà insegnare ad apprezzare le cigliegie?

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  2. tu prendilo il buono e per quanto riguarda la tristezza ricorda: quella elementare fa il suo danno, non è vero forse che le cose che si imparano alle elementari sono quelle che si ricordano per tutta la vita? Questa fata mi è piaciuta immensamente, una delle fate che preferisco

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  3. Il buono non riflette: il non riflette neanche ti si trova all'al di qua, dice la Alice

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  4. la tristezza alle volte serve a capire meglio le cose belle che rischiamo di perdere...

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  5. ecco leggo oggi e in pratica posso far il copia incolla di una risposta che ti ho già dato ieri, "neppure tu sei di questo mondo"

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  6. La tristezza non sapeva carpiare ma Tu sì. Complimenti per la tua scrittura sempre fresca, delicata e affascinante!

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  7. Bisognerebbe sempre avere una scorta di buono in casa. Dura tanto, anche fuori dal congelatore.

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  8. C'è del buono anche nella tristezza, e nella malinconia, talvolta anche nella rabbia.. oltre no, però.

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  9. Spiegami.
    E' tuo, il libro?
    Ed il post, è preso da lì?

    Potrei volerlo comprare. Potrei doverlo comprare.

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  10. 300 g di buono, 10 di tristezza semplice, 100 di allegria, 10 di nostalgia, 100 del mio licoli, il ragazzo: impasta tutto con tanto amore e tanta acqua di sorgente... cuoci nel tuo cuore e dividilo con chi ami: il buono con il buono non puo' essere che buono (la saggia Luigina ha sempre sostenuto questa teoria, a ragione dico io)

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  11. sana ricetta quella di prendere il buono che molte volte è li vicino a noi e tendiamo a respingerlo

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  12. leggerti è come ritrovare la propria lingua madre che temevi di perdere per penuria di persone con parlarla

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  13. volevo scrivere "leggerti è come ritrovare la propria lingua madre che temevi di perdere per penuria di persone con cui poterla parlare", sorry :)

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