Non è un problema nascere fascisti e non lo è neanche diventarlo. Il problema vero è crescere da fascisti. Il maestro del babbo era fascista, quel tipo di fascista che fa salutare romanamente il crocifisso, quel fascista che tutto deve arrivare in orario. Il babbo era nato il 30 Maggio 1921, ma il nonno era andato a registrarlo due giorni dopo. Non era per mancanza di voglia, per pigrizia, era una cosa che facevano tutti.
"Ci vado quando c'ho tempo", disse alla famiglia senza nemmeno entrare nella stanza del neonato.
Sembrava una cosa da poco anche perché non cambiava nemmeno il segno zodiacale (per chi ci crede), certo però gli aveva sballato l’ascendente : da leone a vergine (per chi ci crede fu la causa di tutti i suoi guai). Ti scombussola, perdi il ritmo, ti hanno già rubato due giorni ed è solo l'inizio. La vita è già un po' meno tua, poi ti tocca crescere fascista.
"Ci vado quando c'ho tempo", disse alla famiglia senza nemmeno entrare nella stanza del neonato.
Sembrava una cosa da poco anche perché non cambiava nemmeno il segno zodiacale (per chi ci crede), certo però gli aveva sballato l’ascendente : da leone a vergine (per chi ci crede fu la causa di tutti i suoi guai). Ti scombussola, perdi il ritmo, ti hanno già rubato due giorni ed è solo l'inizio. La vita è già un po' meno tua, poi ti tocca crescere fascista.
Ma come fai ad arrivare in orario quando sei il più piccolo in famiglia e prima di uscire devi baciare una mamma, due sorelle e tre cugine ?
Le mattine gelide d'inverno sono perfette per arrivare in ritardo. Il caldo della stufa, l'abbraccio di Giovanna (la cuginetta preferita) e Tina, la sorella, che lo struscia per scaldarlo prima di uscire. Senza guanti. Non c'erano guanti smessi per i fratelli piccoli.
...
Un minuto di ritardo quella mattina. Il babbo chiuse la porta, senza nascondersi (tanto il capostazione-maestro vedeva tutto). L'insegnante lo guardò appena prima di piegarsi verso le bacchette da punizione (ne aveva tre, di tre pesi diversi).
Vi faccio l'elenco delle cose del babbo che, a causa del freddo, avevano smesso di parlarsi :
dito medio, anulare e mignolo di entrambe le mani (il pollice respirava ancora);
le orecchie (quando sono rosse in punta smettono di chiaccherare);
naso e mento (solo quando la fossetta fa condensa);
piede destro e ginocchio (purtroppo al piede destro piaceva parlare col ginocchio sinistro e per questo la carriera di nuotatore del babbo fu compromessa);
le orecchie (quando sono rosse in punta smettono di chiaccherare);
naso e mento (solo quando la fossetta fa condensa);
piede destro e ginocchio (purtroppo al piede destro piaceva parlare col ginocchio sinistro e per questo la carriera di nuotatore del babbo fu compromessa);
Elenco delle cose che, a causa della paura, non comunicavano più tra loro:
lingua e palato
coppia di mele secche (intendendo glutei non pienamente carnosi)"Venite vicino alla cattedra Giardi !", gli disse lustrandosi le labbra come faceva il duce...
La punizione fu di cinque bacchettate sulla mani, cinque colpi sulle dita ghiacciate con brevi pause. Ci vollero ore per far mettere a sedere il dolore. Il babbo tornò verso il banco con le lacrime aggrappate alle ciglia senza tirare su col naso nemmeno una volta. Prima di sedersi prese il calamaio e lo lanciò verso la testa del maestro. La boccetta nera sfondò la lavagna a pochi centimetri dalla tempia. Fu il suo più grande rammarico non averlo preso, forse perché il dito medio non riusciva ancora a parlare col resto della banda.
Dopo qualche giorno a casa arrivò la lettera : ESPULSO PER UN ANNO DA TUTTE LE SCUOLE DEL REGNO D'ITALIA.
Quando tornò a scuola il maestro aveva fatto carriera e non c'era più, i compagni (tutti maschi sempre) erano cambiati, ma rimaneva la macchia sul muro. Raccontava una storia diversa, una storia vera che magari succede una volta sola ma ci consola; quando non è vero che non cambia mai nulla, quando non è vero che le storie sono tutte uguali fino a quando non arriva il principe col braccio alzato, è la storia di quando il calamaro aveva battuto il capodoglio.
è come leggere un piccolo romanzo...
RispondiElimina:)
il tuo babbo nun lo inquadrava neanche la squadra
RispondiEliminabelli come sempre il links
immagino quante volte avrai sentito questo racconto, che non era un istigazione a disobbedire, ma a reagire. fantastico un bacio
RispondiElimina“Boccetta nera ...” contro per tutta la vita.
RispondiEliminaboccetta nera contro sempre :-)
RispondiEliminaè una storia vera che ho sentito mille volte e che continuerò ad ascoltare chissà ancora quante volte... I link sono magnifici ma non perdetevi quello del guanto !
Non avevo letto Gemini ma geLmini..
RispondiEliminaRacconto bellissimo..
Anche io ho buttato una penna in faccia alla mia prof d'italiano alle medie..
Non mi hanno sospesa perchè ero piccola,timida e caruccia..
Non vado fiera di quell'episodio, però, se ho compiuto quel gesto un motivo valido dev'esserci pur stato. Valido, ALMENO PER ME! :)
Io presi la riga che dava sulle mani di un mio amichetto e la spezzai! oh, marò, diventai l'eroina (ina ina) della classe, ma mi procurò un 'cazziatone' dei miei… quando i genitori davano retta agli insegnanti! :/
RispondiEliminaSembra uno dei racconti che faceva mia nonna...
RispondiEliminaBaci
fantastico! senza dubbio, tra i tuoi racconti che ho letto fin'ora,il mio preferito!
RispondiEliminanostra dannus , bello anche il tuo sottotitolo boccetta nera, che ridere, non ce la faccio più!!! ma non è solo l'ironia, è anche la speranza!
e bravo il babbo:-) una delizia di racconto jardigno, la tua prosa è per me una chicca da assaporare piano... Elisabeta_B
RispondiEliminaRacconto profondo ke ancor oggi sudcita ribellione contro un sistema dittatoriale. Grande coraggio d'un bimbo ke esplodendo ha reso indelebeli una macchia, quella della rivolta!
RispondiEliminaMio padre, al tempo del fascio, fu chiuso x circa 2 anni in un riformatorio....aveva rubato tre patate x fame!
Il tuo racconto m'ha fatto ribbolir il sangue!
Bacio tutto mio a sinistra, privo di dittatura e libero nell'accostarsi alle tue guance!
Elisena
Ho un rigurgito antifascista se vedo un punto nero gli sparo a vista!
L'unico fascista buono è un fascista morto!
ugh...catastrofico cambiare l'ascendente....
RispondiElimina(così originali i tuoi racconti). un saluto
Grazie del commento!! Comunque il posto dove ho scattato le foto è Cogne, in Val d'Aosta...
RispondiEliminaxoxo
G
E pubblicare queste piccole perle!!!
RispondiEliminaSulla carta.... sarebbero ancora più godibili
un buon tutto afoso afoso... mirco
Queste favolose storie, sono simpatiche ma anche molto educative, per chi come me non ha vissuto il periodo fascista come puo' averlo vissuto tuo nonno o il tuo papi:-)
RispondiEliminaLa storia pero' insegna che le famiglie numerose sono belle, soprattutto quando ci sono tanti cugini e cuginette e i nonni e le nonne..:-)))
Della scuola evito di parlare, perchè la parola gia' mi fa pizzicare tutta:-)))
Grazie per il pensiero/poesia lasciato da me...così libero, così bello:-))
Bacio a te, Jardy^_^
Sono le piccole storie che fanno grande un popolo. Non so se è una frase di qualcuno, mi sembra troppo bella per pensarla solo io, Ma ci credo fermamente.
RispondiEliminaPiccole storie, piccole gesta di gente che nom ama i sopprusi e che i figli ne dovrebbero andare orgogliosi Giardy, come tu fai.
Ma questo tuo racconto mi fa venire in mente altri piccoli gesti che la gente non dice, che tiene in serbo per se, a volte anche per vergogna, come il trattenersi le lacrime di tuo padre. io penso che questa storia l'avesse raccontata solo a casa proprio per questo.
E allora mi viene in mente mia madre, maestra elementare al mattino, stiratrice il pomeriggio in casa di ricchi e la sera nuovamente maestra a operai che volevano prendere la V^ elementare da privatista, ma sempre mamma tutte le ore del giorno e della notte. Vedova pochi mesi prima che io nascessi, perchè il cancro non ha scadenze come i farmaci, ci ha fatto studiare tutti e tre e, credo, che in giro per Alessandria, la mia città, ci siano delle macchie sui muri che raccontino qualche sua storia, ma che a noi non ha mai raccontato.
.....avevamo due bagni.....uno serviva lei, a volte, per versare quelle lacrime che spesso tratteneva di fronte a noi tre figli.
Doriana
Ora, che tu scriva bene è ormai un fatto assodato e non mi va di ripeterlo sempre, che poi sembra 'na tiritera. Sai a chi mi fai pensare, ai suoi racconti così fantastici, che parlano della vita, ma sembra una vita di un altro mondo... Quello che mi entusiasma e mi stranisce è la scelta dei link... Voglio dire, come ci arrivi??
RispondiElimina"ma rimaneva la macchia sul muro".
RispondiEliminaE rimane ancora adesso che ce l'hai raccontata.
che bello quando si potevano sospendere gli alunni (buoni, non mi tirate calamai addosso) eheheh...
RispondiEliminaCi sono esperienze che "segnano"; lo hai sottolineato direttamente ed indirettamente ( attraverso i link ). La rabbia rimane ed è quella che poi regala al calamaro, quando meno se l'aspetta, il riscatto.
RispondiEliminap.s.
so che sei del toro come me, ma non conosco il tuo ascendente. Me la levi questa curiosità? :-)
Sei figo. No, dico, ma gli occhiali sono fantastici!
RispondiEliminaBaci e tergicristalli
Qui trovo sempre piccole storie deliziose... dall'inizio, alla fine. Ciao :)
RispondiElimina@giacynta: pesci è dei pesci ci ha fatto anche un post!
RispondiEliminaUn bellissimo racconto, e interessante il link guantesco ....... miaoooooo
RispondiEliminaSe vedo un punto nero...
RispondiEliminahttp://youtu.be/CdXEFt0XvIQ
Per chi ancora usa la propria testa per decidere quando obbedire e quando disobbedire
@amanda: ma il post non lo avevi fatto a maggio?
RispondiEliminaPossibile che io sia totalmente suonata? Ahi, dolor!
p.s.
e l'ascendente?
pps.
Ciao, Antonio!
x @giacy.nta
RispondiEliminami pare pesce ascendente leone (ma mi piace anche come dice un personaggio di abatantuono ascendente maialo ...)
acquisito!
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