All'inizio pensavo fosse uno storno, non un passero. Temerario, coraggioso fino alla sfrontatezza come solo gli animali che stanno in gruppo sanno fare. Invece era un passero single. Un ploceide senza famiglia, misantropo e dispettoso. Matilde appena lo vide non lo riconobbe.
"E' l'uccellino di delpiero!"
Bambine... non potevamo certo chiamarlo delpiero.
Appena arrivato fece il nido dentro la caldaia. Cacava quotidianamente sulle lenzuola stese, con preferenza su quelle bianche. Se sbriciolavi una fetta biscottata sul davanzale potevi star sicuro che lì rimaneva. Se spezzettavi una macina del mulino bianco o qualche grasso biscotto al burro ti saltellava in casa per ringraziare.
Non potevamo battezzarlo delpiero. Il capitano della Juve è generoso, altruista, un mago negli assist, leale, prezioso uomo squadra.
L'abbiamo chiamato treseghé (Trezeguet). Treseghé, l'attacante opportunista da area di rigore, spietato, calcolatore e trasformista.
Treseghé aspettava sopra la sua mattonella la quotidiana porzione di biscotti sbriciolati. Aveva una dieta diversa dai suoi simili abituati a frutta e insetti, se ne sbatteva di essere utile all'agricoltura.
Una volta sfrattato dalla caldaia non sapevamo più dove dormiva, ma tutte le mattine, dieci minuti dopo aver alzato l'avvolgibile di cucina, treseghé arrivava saltellando dalla sua mattonella. Dopo aver mangiato andava al gabinetto su una mattonella vicina o la faceva sulla tovaglia bianca a fiori.
Dopo la nevicata di un mese fa però non l'abbiamo più visto. Pensavo si fosse corrotto ai dietetici con la soia visto che le briciole non le toccava da almento tre giorni.
"E' migrato" - cercavo di spiegare alle bambine. Mi sono inventato una vita nuova al sud con pellicani murigno e rondoni maradonas. Perchè un passero come treseghé poteva pure migrare, lui se ne frega delle convenzioni.
Qualche giorno fa frugando nell'armadietto in terrazza l'ho visto. Era morto fra una latta di acquaragia e un bidone di tempera antimuffa. Gli uccelli pesano niente, meno di questa proposizione, meno del verbo volare.
L'ho avvolto in un pezzo di lenzuolo bianco che usavamo come straccio (per colpa sua). Ho chiamato tutti i bambini del palazzo ed abbiamo organizzato il funerale.
Ho cercato la figurina Panini di treseghé per metterla sopra la piccola fossa che abbiamo scavato nel giardino di fronte.
Non l''ho trovata, ma treseghé non gioca più nella juve ? Tra le figurine dei gobbi juventini che abbiamo trovato non c'era. Nessuno gli somigliava. Alla fine abbiamo trovato solo legrottaglie e amaurì e abbiamo scelto il primo perché aveva una bella faccia da funerale.
I bambini intanto sbadigliavano tristi durante la cerimonia ingoiando piccoli pezzi di cielo che non si incastravano più.
Molto delicato come racconto, direi che se permetti riflette il bambino che è in te come in ognuno di noi.
RispondiEliminaCiao
Bartel
Sì, non c'è che dire: Legrottaglie è la scelta giusta.
RispondiEliminaTrezeguet adesso gioca nell'Hercules di Alicante, lì non nevica mai!
RispondiEliminaChe tristezza, povevo Delpiero cip cip,
RispondiEliminabattezzato Trezeghè e "lapidato" con la foto di Legrottaglie
"Gli uccelli pesano niente, meno di questa proposizione, meno del verbo volare. "..
Proprio come gli uomini :-(
Vado a ingoiare pezzi di cielo..ciao Giardi :)
il passero è un uccello predatore!
RispondiEliminaa volte mi fai venire in mente Marcovaldo!
RispondiEliminadelizioso, non so come altro definirlo, soave, con una punta di malinconia che non disturba...anche noi avevamo un uccellino in terrazza che però mangiava le briciole, quelle che scuotevo via dalla tovaglia, l'ha ucciso il nostro gatto, al mio bambino ho detto che era volato alle canarie...non mi è venuto niente di più originale...bravissimo.
RispondiEliminaPovero Treseghè! Comunque mi sembra che se la sia spassata nella sua breve vita, tra biscotti e scorribande sui lenzuoli bianchi... certo che il rapporto che si puù creare tra uomini e animali mi commuove sempre... :-)
RispondiEliminaLiquidato con i miasmi dell'acquaragia...
RispondiEliminaSei stato generoso, gli hai dato una bella morte, sebbene ti fosse antipatico!
:( sarà che sono ancora una bambina, sarà che avere un animale in casa mi ha rammollito, ma ho lasciato scendere qualche lacrima. Io faccio parte di una categoria umana che non vuole sapere quando un animale muore, preferisce immaginarlo lontano. Riesco ad affrontare meglio l'andarsene umano.
RispondiEliminaun poeta sa come fare il funerale ad un passero, seppur opportunista (gli acquerelli ed i disegni sono di straordinaria bellezza)
RispondiEliminaAvresti potuto chiamarmi. Sono un'esperta in funerali animali. L'ultimo e' stato giovanni il pipistrello (ho gusti raffinati in fatto di animali, con gli uomini va peggio). Ogni volta un singolo pezzo di cuore raggiunge i pezzettini di cielo che non c'incastrano piu'. Dovremmo fare una raccolta differenziata e trasformarli in qualcos'altro. Tutti questi pezzettini...
RispondiEliminaC'e' tanta dolcezza in questo racconto.
Che bello questo racconto... sai che anche io dò da mangiare agli uccellini selvatici? però non ho dato loro dei nomi, forse dovrei... Un saluto Kri
RispondiEliminaMolto triste questa storia.
RispondiEliminaUn abbraccio
Bella però.
RispondiElimina"dear god make me a bird so i can fly far far away from here.."
RispondiEliminapoeticamente poetico....
RispondiEliminaE su lgrottaglie hai ragione
ciao!
mirco
domattina antonio metto un post nuovo nuovo
RispondiEliminadecisamente poetico!
RispondiEliminadolce e triste
RispondiEliminapoeticamente sublime
....
mi ricorda il funerale dell mio cagnetto
^_^
ignudo ...sempre.....
passare di qua è sempre è delizioso...
RispondiEliminaDautretemp!
Ma di cos'è morto? mi intristiscono le storie di animali, perché finiscono sempre male.
RispondiEliminaun racconto bellissimo..e suna storia che me ne ricorda un'altra vissuta in prima persona, complimenti sinceri
RispondiEliminamargueritex
weeeeeeeeeeee antonio accontentato fatto post nuovo nuovo di pacca
RispondiEliminaBella la vita di treseghè, bella la sua morte. Bello il cielo in bocca ai bimibi!
RispondiEliminaè molto carino anzi carinissimo, ma consentimi di dirti una cosa piccola piccola; la morte del 'passero' in se per se mi ha fatto troppo ridere....1 bacione
RispondiEliminaMi ricorda "Cipì" di Gianni Rodari :-)
RispondiEliminaahahahah, delpiero!
RispondiEliminaArrivano e se ne vanno così, come nuvolette, lasciando qualche ricordo.
RispondiEliminaambè, così raccontato il calcio è un gran bel sport! :) favola! *
RispondiEliminavero, Rodari docet! ;)
La Bianchina (la mia Treseghè) ama pure i biscotti. La Nerina (il mio Delpiero) invece se ne sbatte dei dolci, cura le ovette e si lava sempre. Anche gli uccelli possono essere ossessivo-compulsivi. (Legrottaglie ...LOL!!!)
RispondiEliminaanche sul nostro davanzale vengono cince e passerotti e l'occasionale pettirosso a nutrirsi delle briciole di pane che regolarmente gratto per loro da quello secco avanzato. Certo che preferirebbero i biscotti, dovrebbero fare meno viaggi a rifocillarsi! Ma questo passa il convento e questo mangiano. Abbiamo una cincia, soprannominata Skizzo, che batte sul vetro stizzita col becco, volando su e giù davanti al vetro come per dirci qualcosa - che ovviamente non capiamo. A volte è perchè sono finite le briciole, ma non sempre. A volte fa lo stesso su altre finestre di casa per avvisarci che le briciole sono finite, ma non sempre. Dobbiamo ancora decifrare razionalmente il suo comportamento altrimenti non ci rimane che una conclusione: è lo spirito di un amico che si è suicidato che viene a salutarci, c'è una credenza che dice che queste sono manifestazioni di coloro che ci amano e non vogliono andarsene per sempre...
RispondiElimina