lunedì 23 agosto 2010

Elevator Tales



Questo appartamento è stato un vero affare. A parte questo ascensore. Questo stronzo di ascensore anche stamattina si è fermato con me e la Signora Vinci bloccati dentro. Solo muro stavolta, non c'è verso di capire dove siamo. Il campanello di allarme sibila senza eco.
Un vero affare. Non volevano venderlo a nessuno della zona, cercavano qualcuno di fuori. Non era nemmeno in cattivo stato, mi diceva il venditore che ci aveva abitato solo una persona negli ultimi venticinque anni. Il prezzo che chiedevano era comunque alto, ma per la zona era un vero affare.
La cosa strana erano gli scarichi dell'acqua presenti in una delle camere da letto. Eppoi c'erano le mattonelle in quella camera e nell'ingresso. Strano.
Non si respira qui dentro, per fortuna la Signora Vinci è uno scricciolo di settantacinque anni. Una di quelle donne che sembrano chiedere scusa quando respirano, sempre gentilissima, mai servile però. Quando mi sono trasferito nell'appartamento era l'unica che mi salutava. Gli altri inquilini mi ignoravano, tiravano di lungo quando arrivavo, facevano finta di non vedermi per non fare quei lunghi secondi di viaggio in ascensore. Questo cazzo di ascensore.

Meglio la Signora Vinci che il meccanico che abita di sotto, quello peserà almeno centoventichili e si porta sempre dietro un fazzoletto bianco per asciugarsi. Non capisco come faccia. Quando torna dall'officina quel fazzoletto è ancora bianco e lui sembra un pinzimonio di morchia.

Cerco di conversare con la vecchietta in attesa dei tecnici della manutenzione(sette volte sono intervenuti questa settimana!).
"L'amministratore ci deve avere qualche interesse a tenerli, perché sennò un si' capisce perchè non si cambia !" - mi dice frugando nel portafoglio.
Sorrido. Non è tipo da chiacchera facile, provo a chiedere come mai nessuno mi saluta in questo cazzo di palazzo.
 
"Tutti pensavano Lei fosse un parente", mi dice la Vinci...
 
Non era facile, non potevo arrivarci da solo.
Mi racconta che dove abito ora ci viveva una mammana.

"Una di quelle streghe che fanno gli aborti di nascosto"
"Quando cominciò ci venivano le signore impellicciate, ma negli ultimi anni si vedevano solo quelle negrone sugli zatteroni!"

Non c'era stato verso di mandarla via né di farla smettere: "L'era così potente..."

Lo spiffero d'aria che arriva dall'alto si è scaldato, da quanto tempo siamo chiusi ? Due piedi si agitano sopra il muro, sono arrivati.
Capisco. Vedo la scritta, in un angolo, accanto a quella grande col pennarello nero (ANTONIO BUCO) , una calligrafia tremante, ruvida : ti chiamavi Giulio.

48 commenti:

  1. weeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee marò antonio ma che razza di appartamenti vendono dalle tue parti?

    RispondiElimina
  2. Il mercato adesso è in flessione. Cambiare casa sfruttando il momento favorevole??

    RispondiElimina
  3. mi piace l'elefantino dell'impatto ambientale 0, mi piace che tu sia tornato, mi piace molto il delizioso primo video, il romanzo è bello come al solito e mi piace pensare che quel giulio fosse stato scritto da una donna che era stata costretta a salire su quell'ascensore... ma forse non ho capito

    RispondiElimina
  4. movimento ascensionale della macchina infernale… poetico e rompi allo stesso tempo! ;) Belle le lanterne cinesi, le vorrei al posto dei fuochi d'artificio pericolosi e costosi!

    RispondiElimina
  5. mi hai fatto venire in mente un film spagnolo si chiama LA COMUNIDAD te lo consiglio....

    RispondiElimina
  6. hoCol fucile di mio padre tra le mani
    Mi sentivo sicuro
    Diceva sempre "Quando vedi rosso
    Scappa lontano"
    E allora ho visto il primo colpo partire
    E ho spianato il mirino
    E tutto è diventato nero
    La faccia mi è scoppiata nel cielo
    E non ho avuto nemmeno un minuto
    Per capire perché

    Guardami dalla polvere e dal fuoco
    Salvami con la forza del pensiero
    Ricordati di me per il ragazzo che ero
    Che non doveva finire qua
    Con tante cose lasciate a metà
    Raccontalo al mio amore
    Ogni giorno che mi mancherà
    ...........................Semplicemente POWDERFINGER

    RispondiElimina
  7. la tua semplicità e la tua ironia mi conquistano sempre ^_^

    ah! grazie per le meravigliose parole che lasci sempre da me...

    un caro saluto

    RispondiElimina
  8. Meglio le scale... Specie se becchi quello con la fiatella di cui parlavo sul mio blog! :D

    abbiamo parlato di ascensori a modo nostro! :D

    RispondiElimina
  9. Ed è per questo che io salgo e scendo sempre a piedi :)

    volevo farti i complimenti per questo bel blog ed invitarti, se ti fa piacere, a dare un'occhiata al mio.. magari c'è qualche recensione che potrebbe interessarti :)

    a presto!

    RispondiElimina
  10. bentrovato antonio..odio gli ascensori, ora so il perchè!!!

    RispondiElimina
  11. ...semplicemente un sorriso.

    (riesci a nn farmi "pensare" leggendoti...e nn è facile!).

    Giulia (nn Giulio:)

    RispondiElimina
  12. Il "coso" più imbarazzante in un edificio di civile abitazione - forse non solo - è proprio
    l'ascensore dove non si sa neppure dove guardare. Bisognerebbe abitare al primo piano
    come nel mio caso: buongiorno, buonasera e tanti saluti.

    RispondiElimina
  13. Una di quelle donne che sembrano chiedere scusa quando respirano, sempre gentilissima,

    davvero un inquilina speciale la signora Vinci
    mi raccomando qualche volta portale le borse della spesa
    ciao jar
    barche

    RispondiElimina
  14. davvero un affare eh?, quasi quasi mi consolo....

    RispondiElimina
  15. Ma vuoi mettere la poesia scalcinata che può ispirare un ambiente sottosopra .... un attico lindo, perfetto e lussuoso non poebbe mai ....... ma ci si starebbe tanto comodi miaoooooooooùùùùù. Bentornato Giardi

    RispondiElimina
  16. Un giorno di questi tornero' qui, e con tocco leggero e silenzioso sfogliero' pagina per pagina tutti i tuoi romanzi brevi. Sorridero' molto, gia' lo so:) ma so anche che troverò voci e parole che vorro' sentire mie..
    e in qualche modo tu ci sei con la tua voce ..mio caro:-))))
    Ti abbraccio, tanto...
    *A*

    RispondiElimina
  17. Un racconto leggero eppure inquietante.

    Un abbraccio

    RispondiElimina
  18. Gli ascensori li odio, il nostro è sempre da aggiustare, ne avremmo messo uno nuovo con tutte quelle spese. Bentornato Antò, ci mancavi:-)

    RispondiElimina
  19. Felice di rileggerti, grazie mille per la poesia che mi hai lasciato. A presto.

    RispondiElimina
  20. UN VERO AFFARE.
    Sono stata ieri in questo nuovo appartamento dove entrambi, oggi, alla chetichella l'uno dell'altra eravamo nuovamente diretti, per ritrovarci casualmente insieme in questo rottame d'ascensore che ci ha intrappolati nel suo, a quanto pare, black out di routine, fornendomi però l'opportunità di chiarire, vis à vis, i miei punti di vista su quello che tu, nonostante tutte le evidentissime, catastrofiche anomalie, sciaguratamente ancora ti ostini a definire un vero affare.
    Innanzitutto non capisco questo tuo sopraggiunto bisogno di verismo dal momento che hai sempre scritto benissimo nel nostro vecchio studio, circondato da ogni confort, anzi......più il racconto impoveriva, degradava, umiliava il protagonista, più tu sentivi l'esigenza di un nuovo, e a volte lasciamelo dire, inutile bene di consumo.
    Non sei stato tu a voler a tutti i costi l'acchiappamosche meccanico?
    Così ora abbiamo cadaveri di mosche disseminati in tutti gli angoli.
    E non sei stato sempre tu, caro coautore, a decretare la necessità di installare in bagno il robotino aspergi-talco?
    Ma se nemmeno lo usi il talco ed io, per di più, sono allergica alle polveri profumate.
    Ora, invece, secondo te il massimo sarebbe traslocare in un appartamento con gli scarichi dell'acqua in camera da letto, e in un condominio a noi apertamente ostile?
    Ok, prendo pure per buona la motivazione che raccontare la storia di una procacciatrice di aborti, una potente mammana caduta poi in disgrazia, e del suo fantasma che abita ancora quella casa, rimasta d'allora disabitata ed in cui di notte s'alzano pianti di bimbi ed urla di donne, ti abbia convinto della necessità di questo trasloco, poichè il nostro lussuosissimo e super accessoriato studio ti distoglieva dall'ispirazione, ma trovami una spiegazione valida, che io possa ragionevolmente accettare per giustificare questa tua assurda idea di assumere come segretaria la signora Vinci, vicina d'appartamento.
    Mi dici cosa diavolo ce ne facciamo di una segretaria settantacinquenne???????????

    Ciao Antonio, e bentornato :)

    PS.- Quarto piano senza ascensore......sono pronta ad uccidere chiunque parli male degli ascensori :(

    RispondiElimina
  21. E meno male che la Sig. Vinci non è svenuta!!!!! Dì...gliela avresti fatta la espirazione bocca a bocca! Certamente prima avresti messo la su dentiera in quel bel fazzoletto bianco del meccanico, con il quale, dopo avrla fatta rinvenire, avresti asciugato il tuo sudore e i denti dell'apperecchio della Vinci e il fazzoletto del 120kg sarebbero rimasti sicuramente bianchi. Non so perchè ma non riesco invece ad immagine tu di ke colore saresti stato!
    Ciao Giardy, uomo casinista ke si complica la vita scrivendo con semplici parole momenti di
    "tranquilla" quotidianeità!
    Elisena

    RispondiElimina
  22. lettura piacevolissima (come sempre)
    semplicemente... ironico

    un buon tutto! mirco

    RispondiElimina
  23. Uhm io cambierei velocemente casa! come fai a vivere lì? brrrr
    bentornato!

    RispondiElimina
  24. bentornato Zenzero ma che gelo, una storia un pò agghiacciante la tua prima dopo le ferie (se ti devono dare questo tipo d'ispirazione meglio che stai a casa la prossima volta:)Però è un piacere rileggerti!

    RispondiElimina
  25. ahahah.... tra poco cominciavo a soffrire di claustrofobia!!!! :-D baci!

    RispondiElimina
  26. Bentornato! Hai un modo di scrivere davvero coinvolgente, mi sembrava quasi di essere lì...certo i minuti passati nell'ascensore sembranon non finire mai anche per me che vivo al 4° piano!

    RispondiElimina
  27. Per la prossima compravendita di immobili, ti consiglio d chiedere consiglio a Leo, il marito della signora Vinci, pare che sia così intelligente...............!Syl

    RispondiElimina
  28. E MENO MALE che non sei rimasto chiuso col meccanico di centoventi chili!!

    RispondiElimina
  29. Se è un affare di sicuro lo sconterai,nel tempo...
    Ma li vai a cercare o ti capitano per simpatia,certi...affari?
    Credo sia buona la seconda.Racconti così bene che,meno male,se si bloccasse il mio di ascensore,saprei a cosa pensare.Ciao

    RispondiElimina
  30. Non ho capito niente ma mi piace comunque perchè l'hai scritto tu.
    Baci
    Giacinta

    RispondiElimina
  31. molto particolare il vicinato!!!

    ^_____________^

    RispondiElimina
  32. passerotto? naaaa io aspetto la passerotta ma non solitaria quella scopaiola ahahahahhahahahahahhahahahah

    RispondiElimina
  33. Questo appartamento è stato un vero affare.

    oddio...pure tu...destinazione montecarlo?!?

    ah no, questo tuo è un romanzo breve...quello è pensiero tale...

    volovivace

    RispondiElimina
  34. be', dipende dalla misura del seno della signora vinci.

    RispondiElimina
  35. Che affarone....
    Ciao buona giornata!

    RispondiElimina
  36. Inquietante.
    Fa quasi Rosemary's baby.
    Mi piaced molto il tuo modo di scrivere, by the way.

    RispondiElimina
  37. “Quelle strane occasioni” non colte al volo.

    Ottimo rientro!

    RispondiElimina
  38. ciao zenzero creativo, buon week end di fine agosto
    ^^^ prima di salire in ascensore o affittare un appartamento controlla i bollettini metereologici!!!

    RispondiElimina
  39. Ciao Antò, buon w.e.con la tua dolce ironia:-)

    RispondiElimina
  40. ci vogliono le scale mobili anche per i vecchi edifici.

    RispondiElimina
  41. Mi è venuto in mente quel film in cui Sordi (prete) rimane chiuso dentro all'ascensore con la Sandrelli... eh beh!

    RispondiElimina
  42. Ti sei sbagliato, non è stato un affare, forse un compromesso storico?
    Saludos.

    RispondiElimina
  43. quei secondi in ascensore...meglio sarebbe a volte riempirli di silenzio. o no?
    un saluto
    fra

    RispondiElimina
  44. Quasi quasi son contenta di abitare al terzo piano. Senza ascensore, naturalmente.
    :-)
    Bellissimo lo scritto (ed anche il video del coniglio !!!)

    RispondiElimina
  45. fantastica l'intuzione della scritta carpita causlamente, quasi in un attimo di distrazione...ti chiamavi giulio, chestrano avergli dato un nome.

    RispondiElimina