lunedì 22 giugno 2009

STARDUST (breve racconto di un regalo)

Suo padre gli regalò un bellissimo impianto HI FI , il piatto di marca giapponese di metallo lucido, brillante con un amplificatore professionale rigato di levette per ogni tipo di regolazione. Era un regalo fuori dal compleanno e poco lontano dalla promozione : una vera sorpesa. La sorpresa però per essere completa doveva comprendere un disco. Un LP da far girare sul piatto per dimostrare la pulizia del suono, per testarne il valore. Era come quando regali un protafoglio e ci metti dentro qualche spicciolo o qualcosa di più, perchè porta bene, una scaramanzia.
Non conosceva la musica del figlio ed entrò comunque nel solo negozio musicale che conosceva, quello che vendeva quasi esclusivamente musica classica. Il commesso alla sua richiesta però non si scompose e da una vetrina lontana tirò fuori il 33 giri di Bowie, Ziggy Stardust ...
Suo padre era un po' scettico ("mai sentito in bocca a mio figlio"), ma il giovane venditore lo chetò con una battuta che era diventata una frase stotica di famiglia : " Questo l 'è come la trota di bacche".
Convinto dal paragone con il noto Quintetto in La maggiore di Schubert, non di Bach e soprattutto dalla voglia di raccontare l'aneddoto a cena comprò il disco.
Non so quanto volte quel disco è girato sul piatto, non ricordava quante volte l'aveva sentito in cuffia, si ricordava che dopo un pomeriggio conosceva già a memoria "Starman".
Non è stato l'ultimo disco di Bowie.
Quando il padre è morto nel 90, dopo una lunga malattia in chiesa non sentiva l'organo, in testa gli suonava : "became the special man, then we were Ziggy's band.."
Se vuole parlare con lui, quando cala un po' di nostalgia, si sdraia sul letto e lo chiama cantando, invocandolo : Ground control to Major Tom: Commencing countdown engine's on. Check ig-nition and may God's love be with you...

29 commenti:

  1. "Here am I floating round my tin can, far above the moon
    Planet Earth is blue and there's nothing I can do"
    "Space Oddity",1969

    RispondiElimina
  2. la trota di bacche è fantastica! è come il bolero di ravenna che un signore chiese entrando in un negozio di dischi.

    RispondiElimina
  3. nooo dai propio il nostro cannolo siciliano????

    RispondiElimina
  4. Fare qualcosa dal cuore, qualocosa per cui si è ricordati, qualcosa che inaspettatamente giunge, non può non cambiare nulla.
    Magari ci vorranno secondi, giorni, anni. Ma quel qualcosa resterà e com eun tarlo lavorerà il legno ... per distruggerlo o per esaltarlo.

    Tutto sta a come reagisce la nostra psiche alle sollecitazioni esterne. Io piango ancora per "Caruso" ... Ma questa è un'altra storia.

    RispondiElimina
  5. Bello, molto tenero... ma anche con una punta di ironia! Il mix ideale! Mi è piaciuto molto, complimenti.

    RispondiElimina
  6. This is Major Tom to Ground Control
    I'm stepping through the door
    And I'm floating in a most peculiar way
    And the stars look very different today

    RispondiElimina
  7. oh che bello

    p.s.nel mio salone, solo femminucce
    ciao

    RispondiElimina
  8. MAN ON MARS?! Si, gran bel richiamo.

    RispondiElimina
  9. Bella storia. C'è dell'autobiografico?

    RispondiElimina
  10. Gli aneddoti così valgono più di qualsiasi altra cosa.
    Forse ho capito il tuo commento al mio blog.
    Ciao Giardigno.

    RispondiElimina
  11. L'ho letta, l'ho fatta suonare e me la sono riletta... è una bellissima storia.

    RispondiElimina
  12. sono di corsa... domani con calma leggerò anche il post, ti volevo solo dire che ho messo la foto del nuovo tatuaggio. :-)
    ciao.

    RispondiElimina
  13. bello....ma non è solamente un racconto, vero?
    ciao

    RispondiElimina
  14. Ringrazio per la visita al mio blog Armonia e per il gradito commento...
    Sono di passaggio ma mi soffermerò un'altra volta a leggere i suoi post con calma...

    RispondiElimina
  15. È proprio bello venire nel tuo blog e leggere nei tuoi post, ironia, ricordi, atmosfere, sensazioni, sentimenti, musica oltre a chicche come la “trota di bacche” nonché nei commenti di @ maria rosaria: “il bolero di ravenna”.

    RispondiElimina
  16. Questo racconto è molto Murakamiano...immagino la musica di Bowie come l'unica capace di gettare un ponte (o una porta) fra i due mondi.

    RispondiElimina
  17. Bello bello e ancora bello; tra l'altro lo capisco, davvero, perchè io amo la musica, e amo il vinile, e il tutto ha un significato stupendo.

    RispondiElimina
  18. grazie, lettura piacevole e divertente. Bravo

    RispondiElimina
  19. rispondo: mai su una rivista a dare consigli... credo mi censurerebbero ... ;-)

    RispondiElimina
  20. che storia di attaccamento, un legame profondo...
    non so se anche io consciamente ho qualcosa in particolare con cui dialogare con mio padre... anche se non ho risposte... certo è che lo sento vicino in molti modi ... e lo penso in continuazione nonostante gli anni che sono passati.... mi basta avere bisogno di un consiglio e mi risuonano in testa le sue frasi tipiche o i suoi modi di pensarla sulle varie cose ... e poi lo vedo ... e ricordo che il tempo è passato, ma lui pè ancora qui dentro di me

    RispondiElimina
  21. Il disco era e rimane un capolavoro.. "tell my wife I love her very much".. "She knows"... Se poi, oltre che alla sensibilitá lo leghi anche a un ricordo concreto, diventa colonna sonora di vita. Ognuno ha una marcia funebre messa da parte: la "canzone della vita" é proprio quella-

    RispondiElimina
  22. Ah, this is great...like it!
    Thanks for your comment on my art blog, by the way. Much appreciated.

    RispondiElimina
  23. Il primo disco che suonò nel mio stereo fu "Love over gold" dei Dire Straits.
    Sono passati ventitrè anni da quella sera, dalla flebile luce dei led che si rifletteva nei miei occhi mentre la musica mi accompagnava nelle cuffie verso il sonno.
    Ma ancora oggi, anche se è un cd, anche se è l'Ipod, quel disco mi regala sempre un'emozione splendida che solo la musica può dare: essere soli dentro un vortice di note.
    E non provare affatto solitudine: ma totale, incondizionata e potentissima serenità.

    RispondiElimina
  24. ...comunque è cosi, le abitazioni assorbono le emozioni che si vivivono in esse

    RispondiElimina
  25. Qualche volta è la musica,altre volte discorsi che non ti aspettavi,e mondi che prima sembravano lontanissimi,si avvicinano,cadono barriere e tutto poi sembra più semplice e naturale.Certo la musica è un veicolo con un fascino in più.
    Ciao,e grazie per il passaggio.

    RispondiElimina
  26. Eeeh se tutti avessero nei paragi un venditore del genere, si finirebbe solo con l'ascoltare buona musica!

    Bel racconto. In effetti un disco non è bello solo perchè ben fatto, ma, almeno per me, ogni disco rievoca un periodo, un momento particolare che lo rendono unico.

    Ciao Zen'

    RispondiElimina
  27. bella fine, lui che comunica con il padre morto traverso le parole di Bowie, toccante.
    Mio papà aveva uno stereo di cui andava molto fiero (diceva: un Thorens, come se dicesse Tiffany di un gioiello) e andava spesso in quel negozio di dischi che era in un vicoletto vicino alle Cappelle Medicee - anche quella mi pare specializzata in classica. Il tipo, che era suo assicurato, gli consigliava 7 o 8 LP che gli prestava da ascoltare a casa e inevitabilmente quando ti familiarizzi con una qualsiasi musica non può non piacerti e lui finiva per comprare tutto ciò che gli veniva proposto: Yes, Jethro Tull, Genesis, Gentle Giants, Moody Blues (i suoi favoriti) che sono diventati la mia musica all'epoca. Per qualche ragione strana nessun Emerson Lake and Palmer (che al tempo erano hot) nè Bowie entrò mai in casa ma i miei amici mi invidiavano un padre che amava la musica Rock! Certo era tutta musica bianca dove mancava "l'Africa" come dice Brian Eno, Africa che ho poi scoperto da sola più tardi con il funk e R&B ma per me gli anni 70 sono quelle bands dagli interminabili virtuosismi di chitarra e le voci in falsetto strozzato...decisamente passati di gusto per me.

    RispondiElimina