venerdì 9 maggio 2014

Imbronciando neo neo tiva arrendevo me tidi





Quella mattina il cielo non aveva ancora scelto se vestirsi da Inverno o rischiare, provare ad uscire leggero, tenere aperti i primi due bottoni, metter su qualcosa a fiori invece delle solite righe bianche.
A lui la giornata non andava meglio, appena sceso dal letto si era sentito come un'auto unico proprietario, sempre in garage, chilometraggio limitato, con tutti i tagliandi fatti per tempo. Affacciato alla finestra sul lampione del palazzo di fronte aveva visto un uccello nero, probabilmente un corvo, forse una cornacchia, ma poteva trattarsi anche di un grosso storno o di un piccione inzuppato dal temporale. Nonostante non avesse una gran cultura ornitologica si sentiva di escludere capinera, merlo indiano e rondone
Gli tornò in mente un gioco della settimana enigmistica, quello del corvo parlante. L'uccello del giornale parlava per anagrammi, sciarade, intarsi e il lettore doveva indovinare cosa stava cercando rintracciandolo all'interno di un reticolo di lettere e numeri, come nella battaglia navale. 

IMBRONCIANDO NEO NEO TI VA ARRENDEVO ME TIDI 

In strada c'era una grossa chiave inglese smarrita da qualche manutentore dell'acquedotto, il pensionato del quarto piano con un grosso cappello a tesa larga rientrava nel suo appartamento fumando il toscano, le auto dei condomini più mattinieri avevano lasciato in strada delle impronte asciutte; l'asfalto ora sembrava una mappa di un arcipelago. La pianta grassa all'angolo della via mostrava orgogliosa le sue smagliature.

IMBRONCIANDO NEO NEO TI VA ARRENDEVO ME TIDI 

Non si era mai ricordato di ricordare se sognava a colori o in bianco e nero, di sicuro suo padre lo sognava in bianco e nero. Non era certo per l'età, perché suo nonno lo sognava a colori senno? Non aveva senso. Di sicuro molti dei suoi ricordi erano in bianco e nero, memorie sportive, attimi, fotografie e persino la sua prima scopata era conservata nella sua testa in monocromatico. Non doveva esser stata una gran cosa. Non era nemmeno un problema tecnologico, la sua mente lavorava così, era un tipo affidabile, sistematico, noioso. La sua inquietudine non aveva un filo di cellulite.

IMBRONCIANDO NEO NEO TI VA ARRENDEVO ME TIDI 

Ti chiamerò Venerdì, gli disse una volta, era il loro secondo appuntamento, era un Venerdì 17. Ma non era come il personaggio di Robinson Crusoe, lo chiamava Venerdì perché era il giorno dei loro incontri ed era bello essere il Venerdì di qualcuno, avere due giorni per godersela, diventare per sempre un giorno di mezza festa lo aveva reso orgoglioso. Ma quel giorno si sarebbe fatto chiamare anche diciassette. In effetti in quel periodo aveva un che di selvaggio.

IMBRONCIANDO NEO NEO TI VA ARRENDEVO ME TIDI 

Se c'era un mistero da risolvere oggi non era la giornata giusta, non era un Venerdì, non era un Mercoledì da leoni, anche se sapeva un poco di selvatico. Nemmeno si ricordava che giorno fosse. Il temporale si era stufato presto, il cielo aveva deciso per la riga blu mentre l'asfalto asciugandosi mostrava la sua pelle a buccia d'arancia.

E' IGNOTO RAGGUAGLIATA SI

fumettò l'uccello nero prima del volo.






9 commenti:

  1. bello, davvero, forse chissà la soluzione potrebbe essere vestirsi a cipolla, strati, e pi via via a seconda dell'atmosfera, temperature, cambiare pelle, i sogno poi, son belli sempre e comunque che siano in bianco e nero o multicolori [cambiano, mutano a seconda forse di come li ricordiamo noi]

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  2. Gli ieri, gli oggi e i domani — polvere da quattr'anni sempre stessa: mai disturbarla, mai —, salamelecchi a iosa: prego, passi pur prima lei

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  3. ora passerò la giornata a fare anagrammi e sciarade e per fortuna non è il quesito con la Susi, quelli non li azzeccavo praticamente mai

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  4. gli anagrammi non sono per me... la mia mente non li vede, si rifiuta.
    oggi però dalle nostre parti c'è una bella riga azzurra e questo ci piace molto!

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  5. La settimana enigmistica... il corvo... la Susi.... o mon dieu mi hai riportato indietro nel tempo e anche a quella sensazione di stupidità cocente, nel non riuscire a capire ne il corvo, ne la Susi e anche ora mi blocco davanti a quelle parole

    IMBRONCIANDO NEO NEO TI VA ARRENDEVO ME TIDI
    E' IGNOTO RAGGUAGLIATA SI

    tu sai che ti amo, ma oggi un paio di piume e una goccia di ambrosia in meno, ma non è colpa mia, ma della stupidità cocente riaffiorata... domani mi passa

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  6. io e gli anagrammi abbiamo difficoltà a stare vicini :-)

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  7. L'immagine del cielo che si veste c'est fantastique.

    Abbraccio.

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  8. il corvo parlante piace un sacco a mio fratello, io invece unisco i puntini!

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