mercoledì 9 aprile 2014

Lezioni di insonnia creativa con curve temporali



è una specie di malattia: non riuscire a misurare il tempo. Mi tengo d'occhio, mi guardo allo specchio, non di frequente lo giuro, ma mi osservo; mi specchio sui vetri dei negozi, sui retrovisori dello scooter e sono quasi sicuro che nulla cambi del mio aspetto oggi. E' rimasto un velo di crema, succede a chi non piange. Poi sento una ruga di dolore, non so dirvi quando, ma più invecchio più mi scopro simile a mia madre da giovane, lo sento senza nemmeno vedere il riflesso. Noi maschi con l'avanzare degli anni somigliamo alle mamme quand'erano giovani, è una forma di difesa. Il tempo fa grinzare la vita quando vibra, potrebbe essere come nella teoria delle stringhe, lo dico così; non ci sono prove scientifiche per questo e nemmeno per la faccenda dei figli che somigliano alle mamme quando invecchiano, che delusione...
Il tempo non si misura, è questo lo sbaglio, però si può pesare. Non so veramente come valutarlo, potrei tenervi per ore su questa pagina, è già successo, per questo vi dico che saltando il prossimo rigo, vi eviterete una ruga ad angolo sul viso (o una ruga all'angolo del viso è una vostra decisione)

rigadirugarigadirugaezampadigallinazampettaperl'aiaprimadivolaremanontiavevodettodisalarequestariga?

L'avete fatto vero ? Vabbè non importa, l'importante era non leggerla come una formula magica, se l'avete letta come le estrazioni del lotto è fatta. Vi siete accorti che c'è scritto salare invece di saltare? Non vi preoccupate, pronunciate una "c" dolce, come fanno i baschi con il tx, è meglio degli Omega 4.

anche questa la considero una malattia, non riesco a distinguere quando ti amano troppo, alla fine è la stessa sensazione che provi quando non ti vogliono bene per niente, non c'è differenza, come quella tra i sogni e i desideri vivamente immaginati, appena torni alla realtà ti senti perso. Un velo di crema, succede a chi dorme senza muoversi dalla posizione iniziale, come i morti.

imortinonamanosiamanofannoerbacceefiorièamareleerbaccebastavivamenteimmaginarlemarema vivamente

Non avete saltato neanche la riga di sopra, in effetti non vi avevo nemmeno avvertito, è un trucchetto; ci credete se vi dico che l'ho copiato da Nabokov?

Il tempo degli insonni, il più difficile da pesare, da sentire. Io mi metto in un angolo della casa, in un posto dove non si sentono le campane, dove non arrivano altri segnali. Ci si potrebbe perdere una squadriglia di aerei in quel posto. Apro l'armadio, vedo le mie camicie allineate, so che qualcuna mi rende un'anima, altre sono solo cotone e bottoni, ma ce n'è qualcuna che fa meglio della tuta per un supereroe. Quando si allargano le asole sto male. Ne ho un paio che sembrano quelle dei pattinatori sul ghiaccio, eccessive, un po' da finocchio, con strass e qualche disegno. Ne ho una con cuore gigante stampato sulla schiena che starebbe benissimo con Tchaikovsky. Perché i miei pensieri ce l'hanno sempre il triplo axel, magari mi viene un doppio e le giurie se ne accorgono, scrivono le penalità. Ma ce l'ho l'anima per il triplo axel.

triploaxeldoppioloopflipflipflipinfinitosequenzaconillutzsplendidounbelRittbergersicadesicadesivivesicadevivi

Come vi sentite ora ? Ho ricavato questa formula che calcola una ruga elicoidale di quelle che si vedono ma non invecchiano, non è vero, invecchiano ma non ti fanno somigliare a nessuno.

f (x) = axe- tx ®           
 
dove "f"  è la lunghezza del sopracciglio destro, "x" è chiuso da due morsi (non sono parentesi) e tx si pronuncia come la "c" dolce dei baschi.




Capitolo precedente    



 

 

 


16 commenti:

  1. Invecchio un po' meno quando ti leggo. E.

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  2. io la immagino quella tua anima in triplo axel, atterra sempre in piedi, non hai bisogno di una camicia per renderla, poi però quando non dormi cade per un flip semplice, tutta colpa del fatto che somigli sempre più a tua madre da giovane

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  3. mi sono guardata nello specchio adesso: ma mi pare che invece di venire una ruga se ne sia andata...... aspetta che rileggo la formula magica.... se insisto parecchio domani mattina sarò tornata bambina!

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  4. I maschi assomiglieranno anche alle mamme da giovani ma io sono sempre più spiccicata a mio padre.
    La domanda è: a chi tocca il peggio??? :-)

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  5. "Il tempo fa grinzare la vita quando vibra" ecco lo metterei tra gli aforismi più belli, e poi si diciamolo quel pizzico di tempironia che permea il tutto, del tipo "che se mi prendete su serio siete sciocchi, ma se non mi prendete sul serio siete stupidi"

    Come mi sento ora? Bene ho quella ruga nuova, non prevista, quella vicino al labbro, quelle formate dalle labbra che baciano e sorridono.

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  6. se mi vengono le rughe la colpa è tua, con o senza camicia. in fondo è un gioco no?

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  7. Aiutooooooo ....... Non sono abituata ad invecchiare!!!!!!!
    Ciao maestro!

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  8. Ho immaginato Plushenko, lo Zar. Quadruplo axel. Divino!

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  9. Tu sei da tenere d'occhio ma non esagerare. Prima ero altrove adesso sto qui ma ci siamo incrociati molto tempo fa. Prima di cominciare ad invecchiare.

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  10. eh mi sa che quella ruga ce l'ho già...

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  11. bel blog.... complimenti decisamente originale e sopra le righe

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  12. INCANTESIMI ED INCANTI
    Siamo invecchiati, caro socio, più volte incrociando le nostre strade e gettando un'occhiata ai reciproci specchi (il mio somiglia ad una padella ben lucidata ed oliata all'interno)
    Dunque, dicevo che siamo invecchiati (ovviamente io un pò di più, essendo nata prima e poi a Roma, che di certo nascer nella capitale non t'aiuta a rimaner giovane, così un mattino ti svegli e ti ritrovi la faccia coperta di rughe, una inestricabile carta geografica del pianeta Terra ma, in realtà, soltanto il tracciato del Grande Raccordo Anulare che gira eternamente intorno se stesso e, sempre riconduce al punto di partenza. Siamo invecchiati e non ce ne siamo accorti fino al giorno in cui tu hai detto: c'è un filo d'argento sul tuo vestito. Allora ho capito che il tempo s'era preso la sua brava rivincita e che, da quel momento in poi, mai più mi sarei guardata nel mio specchio/padella.
    Una donna che invecchia spesso perde le parole e ne trova altre, quasi mai guadagnandoci nel cambio: incomplete, amnesiche, oscure e disarticolate. Mai più ludiche, né provocatrici né d’invito.
    Ed ecco che tu, caro socio, indossi per me la camicia Tchaikovsky, quella col cuore fosforescente sul dorso, e materializzandoti alle mie spalle, mi sussurri all’orecchio la tua non/formula segreta, quella che calcola le rughe elicoidali, ma che, una volta condivisa, non potrà più essere pronunciata per i prossimi cento anni:

    rigadirugarigadirugaezampadigallinazampettaperl'aiaprimadivolaremanontiavevodettodisalarequestariga?

    ……poi mi porgi il mio specchio/padella, obbligandomi a guardare e, meraviglia, non c’è più traccia di ruga, solo una leggera V capovolta tra le sopracciglia che, sotto la frangia neppure si vede.
    Tu l’accarezzi con un dito e poi dici: la formula non toglie tutte le rughe perché una obbligatoriamente deve rimanere. Non chiedermi il perché, io pure ne ho una, e ben visibile, questa incisa nel mento, a mò di fossetta, una ruga così evidente che io, però, ho ribaltato a mio favore: attira le simpatie, quelle delle donne in particolare. Quando mi specchio inquadro solo questa fossetta. Funziona, baby, soprattutto se sopra ci disegni un sorriso.


    Antoine, tes écrits sont enchantements extraordinaires qu'ils déçoivent jamais.
    Un baiser
    à bientôt
    Marlene
    Marlene

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  13. Le rughe indicano i posti dove erano i sorrisi ;)

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  14. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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