giovedì 17 ottobre 2013

Vida l'oca



La signora Isola era una a cui piaceva festeggiare, soprattutto coi figli, ma anche coi vicini e non disdegnava nemmeno gli estranei se sapevano fare il sorriso "capovolto" (questa cosa del sorriso capovolto richiederà almeno due capitoli), ma sapete aspettare, vero ?
 
La signora Isola non aveva mai iniziato una dieta, quando incominciò la prima a base di pompelmi di Jaffa (e solo di Jaffa), prima festeggiò con una bella cena tuttapesce. Fu con la prima Intifada che terminò prematuramente quella dieta. C'è da ricordare che la signora Isola era sempre stata contraria ad ogni tipo di dieta perché : sennò c'è da rifarsi tutto il guardaroba. C'erano dei vestiti a cui voleva concedere un'altra occasione e soprattutto nel buio del suo armadio scintillava nel cellophane uno Chanel giallo oro che doveva ancora debuttare.
Quando entrava in ascensore era difficile trovare un angolo libero, ma nessuno trovava scuse per farla salire da sola. Certo si rischiava sempre un po', la cabina tremava e la luce rimaneva spenta per i primi due piani, ma c'era sempre la speranza di vederla comparire con lo Chanel sbracciato color oro (l'avevo accennato che era un vestito sbracciato?). Quella sarebbe stata una visione impagabile.
 
Una volta c'era da festeggiare la nuova tinteggiatura della tromba delle scale; aveva vinto: colore giallo alle pareti e violetto sul soffitto. La signora Isola che aveva promosso quella mozione all'ordine del giorno durante la riunione di condominio invitò a cena tutti i condomini per cucinare l'oco.
L'oco inteso come il marito dell'oca che, secondo la nostra robusta condomina, era assai più conveniente dell'oca e poteva essere fatto in umido con un risultato decente.
 
Prima di servirlo l'Isola ci spiegava che l'oco, per renderlo gradevole di sapore andava cucinato con un riguardo davvero particolare: cotto un po' di più della compagna di cortile, battuto con uno strano attrezzo di sua invenzione simile ad pungolo/tirabusciò, massaggiata la pelle con una sugna di origine minerale (ricetta segretissima), bruciato nelle giunture con legno di salice, lasciato marinare in un bagno agrodolce con tre chiodi di garofano e segnato con uno spicchio d'aglio rosso come gli orzaioli che vengono sulle ciglia.
Gli uomini ascoltavano perplessi il crescendo della ricetta e assaggiavano con timore la carne dell'oco, senza commenti, fingendo di parlare di calcio, ma la forchetta un pochino gli tremava.
Le donne si gustavano il piatto in silenzio col sugo che scivolava sui rossetti, ma non potevano negarsi il pensiero che la femmina era tutta un'altra cosa.
 
Dimenticavo: con l'oco non si fa la scarpetta.
 
 

12 commenti:

  1. Anni fa mio nonno portò a casa un oco. Dopo qualche tempo entrò affannato in casa, dicendo che l'oco aveva fatto un uovo.

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  2. io aspetto il secondo capitolo della Signora Isola, la amo già molto, con o senza oco :)

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  3. Sa anche a me che la femmina è tutta un'altra cosa.

    Sono curioso di leggere la storia del sorriso capovolto.

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  4. la scarpetta è il secondo piatto dei re.

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  5. Chanel giallo oro? Speriamo non l'indossi mai! Scherzo.

    Buona domenica!

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  6. Un universo più che un Isola .............

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  7. Credo che la Signora Isola inviterà anche me alla sua prossima cena ...... perché sta storia m'ha strappato un sorriso capovolto!
    Sei sempre grande Giardy nei particolari a cui solo tu sai dare la giusta luce ..... quella che s'accende nell'ascensore di questo blog!
    Buon sereno di tutto!

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  8. Io non ho capito dove sono finiti i protomaiali!! Quando tornano??? :-)

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    1. ahimè, sono un po' in crisi con le avventure dei protomaiali volanti, ma cerco ispirazione ...

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  9. Questo racconto mi ha evocato mille mila immagini… a volte sei contorto e grottesco come Palaniuk! :-)

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