mercoledì 20 marzo 2013

Maciste contro Godzilla




Tu eri Lampone. In un altra vita, appena mi daranno un'altra possibilità, fra le cose da ricordare ci sarà sicuramente questa : quand'è che si smette di giocare con le ragazze ? La prossima volta mi voglio ricordare bene il momento preciso, so che serve

Arancio, Limone, Mandarino, Pera, Banana, Fragola e Lampone. Tu sei Lampone. Si cantava così giocando a saltare la corda di fronte al cinema, il cinema non aveva un nome, ma il proprietario si chiamava Eolo. Eolo come il nano mica il dio del vento; si piantava degli starnuti da sbattere le porte, così potenti da doversi appoggiare agli stipiti per non cascare. La strada del cinema dove giocavamo era la più stretta del paese, quando rientrava tuo padre dal lavoro con quelle spalle larghe per nascondere la stanchezza il vento cessava. Per questo il cinema non si chiamava Eolo come il dio del vento e il padrone del cinema aveva quell'allergia che non passava mai.

Arancio, limone, mandarino, pera, fragola e Lampone. Il Giovedì c'erano solo film storici Sansone contro Maciste, Ursus l'invincibile, Ercole contro i marziani, Maciste contro Godzilla, Maciste contro tutti. C'erano volte che dentro il cinema non c'era nessuno e dovete credermi se vi dico che pure Ursus veniva a giocare con noi sulla strada quando la sala era vuota. Ursus era il tipo che non voleva giocare con le bambine, con Ercole invece si poteva fare di tutto, anche non giocare a pallone.  Ercole era il tipo che semmai stava in porta.

arancio, limone, mandarino, pera, banana, fragola e Lampone. Si potessero caramellare quei pomeriggi di Maggio, si potesse fare una marmellata di queste cose, farla bollire un po', sigillare, non troppo e far schioccare il tappo per convincersi che va tutto bene.
 
aranciolimonemandarinoperafragolaeLampone. Quando tuo padre tornava a casa un po' più tardi e muovendo le mani faceva fischiare il vento perché il vento da solo non sa fischiare, non sa mettere bene la lingua, nemmeno sapeva stringere le labbra in quel modo che è più facile. Maciste allora usciva dal cinema con la bottiglia piccola di gazosa e lo guardava fisso. Ma non vi avevo sconfitto tutti ? - diceva il tuo babbo prima di mettersi una mano in tasca. 
 
 
 
 
 
 
dedicato al mio babbo e a Carlo col solito giorno di ritardo

12 commenti:

  1. E' questo tuo, Antoine, un post di dedica così non ti propino il contraltare del mio solito bislacco raccontino.
    Stavolta sei graziato!

    ......e questo tuo scritto è così fresco, colmo della poesia del Maggio e della fragranza dei frutti, un viaggio nella memoria che meriterebbe l'onore di un cortometraggio (così come tantissimi altri tuoi scritti)e la proiezione in uno di quei cinemini parrocchiali (a Roma li chiamavamo i "Pidochietti")precursori delle odierne aride multisale.
    Un certo progresso ha imbastardito anche la poesia del cinema......o forse sono solo gli anni che inesorabili trascorrono a renderci suscettibili al nuovo e rievocare il passato con la malinconia, seppur impertinente, sceneggiatura di Charlie Chaplin.

    Il tuo scritto seduce col profumo dei ricordi personali, ed io che pur sono fisiologicamente refrattaria agli odori charamente percepisco il profumo della primavera e quello dei frutti: il mese mariano, cia ggiungo di mio l'odore delle candele, la penombra della chiesa, l'abito biaco delle 7 domeniche di san Luigi, le liti con mio fratello che al Pidochietto della Borgata Gordiani ci andava con gli amici e non con noi, le sorelle.

    Un film forse diverso pr ognuno di noi, ma il profumo fruttato del vento di Maggio, giunge a noi tutti con la stesssa memorabile intensità.

    Incantata.
    Un bacio al mio socio affabulatore
    Marlene

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  2. Bello il mio giardino....bello da leggere....

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  3. che ti si dice Antonio: è bellezza, è poesia, è ricordo, è bellissimo

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  4. Bello questo babbo che sapeva far fischiare il vento, come ora il suo ricordo sa far vibrare il cuore. Omaggio anche te Giardi, e alle tue parole che sanno trasformarsi in piccole-grandi- liriche.

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  5. maciste ha il cuore tenero.

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  6. poetica paterna... come dire, una paternale ;)

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  7. Caro Giardi, sei un grande, la tua prosa è poesia ed i tuoi link sono straordinari. È un piacere leggerti.

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  8. poi la merenda con il pane e marmellata,che se te lo dimenticavi per saltare ancora un pò,poi lo trovavi pieno di formiche,sento il profumo di quei giorni,leggendoti

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. invece il mio cinema un nome ce l'aveva, si chiamava Posillipo ed aveva i sediolini in legno rigidi e sgangerati, di quelli che ti sfilano le calze. Oggi è una "supermegatrendy" discoteca...che peccato
    i tuoi racconti flirtano sempre con i nostri ricordi. Inguaribile ruffiano. Baci Adele

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  11. Ercole era un tipo troppo conciliante ..... e guarda come è finito. Posso essere mandarancio in un altra vita ? miao

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