mercoledì 12 settembre 2012

Pesci 3 (fish and street)




Dovevo essere ariete. Sono nato invece il 10 Marzo, in anticipo di qualche settimana, anche per fare contenti tutti quelli che mi aspettavano. Tutta fatica inutile, cazzo, sono venuto al mondo prima e al vetro non c'era nessuno. Sotto un cielo azzurrino come la permanente delle vecchiette le nuvole avevano vinto la loro guerreta con le stelle, in cielo non si vedeva la luna, nemmeno quella costellazione col nome da troia, una di quelle che facevano pompini a zeus, quella coi capezzoli.

Non esistono pesci d'acqua dolce e d'acqua salata, non basta questa classificazione, esistono fra gli uomini pesci che sono tornati sulla terra di volontà, senza strisciare e altri che sono rimasti senza accorgersene quando gli oceani si sono ritirati; non battono la coda, non cercano di respirare a vuoto, però lo vedi quanto lottano, lo senti che hanno voglia di saltare in un altro posto. Io sono quel tipo di pesce.

Se mi struscio la gota con la lingua sento la cicatrice del palamito che mi ha ferito la bocca quando mi hanno tirato su. Sul fianco ho una macchia bruna dove finivano le squame. Altro che voglia di caffellatte, s'è mai sentito una donna che non può fare a meno di un caffellatte ?

Odio volare perché ti accorgi subito che c'è troppo spazio. Quando nuoti non ti sembra così immenso. Quando faccio sesso, l'amore è un pesce grosso per quelli come me (gli passo tra i fanoni, indenne), vengo come le onde. Lo senti quanto sono in burrasca o senza vento. Non è vero che lo sperma ha il sapore del mare, non è rimasto niente degli oceani sotto il bellico. Eppoi abbiamo le gambe, come dice quella stupida vecchia canzone che ballavamo da ragazzini : fate attenzione alla differenza tra camminare e nuotare; come dire fra scopare e baciare, tra guardare e piangere, soffiare e respirare. E nel finale due volte i saluti, per carità, non dimentichiamoci di nessuno.

I pesci invecchiano, non guardare l'occhio o il colore (tanto non ci mangi), prima si entrava dentro ogni fantasia senza paura, non pensavo a scogli e Marianne, non bastavano per fermarmi. Ora quando mi allungo per affondare in un sogno sento col naso il freddo consolante sapore del vetro.


   




  continua

17 commenti:

  1. la foto è di un giovane artista che non c'è più.

    Dedicato a E.R.

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  2. Il vetro del pesce dell'acquario a destra, vicino al divano.

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  3. mi sa che tutti i pesci fanno una fatica improba, io non so perché mi innamoro dei pesci e soffro di tanta fatica

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  4. Ciao zen, grazie per le tue bellissime citazioni...le leggo sempre con piacere...:-))

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  5. Hai ragione, bisogna fare attenzione alla differenza tra camminare e nuotare.

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  6. ...io invece sono ariete, se tu non avessi avuto fretta ci saremmo incontrati in uno splendido aprile.

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. STORIA DI UN PESCE E DI UNA PESCATRICE
    Mi sono lasciato deliberatamente pescare dopo che mi sono imbattuto in quelle sue lunghissime, perfette gambe, che io ho accarezzato tra i flutti, senza che lei ne avesse la consapevolezza.
    Un piacere solitario che non calma il desiderio.
    Il filo della sua canna da pesca che vaga tra i tesori sommersi e sfiora conchiglie e sassi e gioca con le onde, ma è sempre vuota quando la risolleva
    Da qua sotto la vedo avanzare e poi ritrarsi assecondando il ritmo dell'acqua e quello del filo, non ha ben chiaro il concetto di pesca se non quello di un'esperienza da condividere con gli amici.
    E' una principiante.
    Sento i suoi oh di meraviglia ogni volta che la canna incappa in qualcosa, le sue bellissime gambe cercano stabilità sul fondo di rena che non sempre, però, trova, che dev'essere di struttura leggera perchè le onde facilmente la sbilanciano.
    Gambe perfette.
    E il resto come sarà?
    Io la immagino bellissima, con i capelli fluttuanti e le labbra carnose.
    Volevo vederla in viso almeno una volta e, così, mi sono appeso al suo amo e mi sono lasciato tirar su verso l'aria, e per un lungo momento mi è parso di avere le ali invece che le pinne, una sorta di pesce/angelo.
    Un gioco pericoloso.
    Mi affiderò alla mia destrezza ed alla sua incapacità per liberarmi poi, senza troppi rischi, da quel giogo mortale.
    Mi son fatto leggero per permetterle di tirarmi su senza troppo sforzo e risparmiare così le mie energie per il salto acrobatico col quale mi sarei poi scaraventato in acqua.
    L'ho vista per un breve momento proprio come l'avevo immaginata: i capelli sciolti, gli occhi grandi, le labbra tumide e...... una miriade di minuscoli grani di sabbia sparsi sul viso.
    Mai visto nulla di simile!
    Cosa sono quelle tenere macchioline minute sparse sul naso e sulle guance?
    La mia pescatrice deve appartenere ad una razza umana privilegiata, così come accade a noi pesci che il nostro blasone ce lo portiamo inciso sulle squame, quelle piccole macchioline sono il segno del suo regale retaggio.
    E' così bella che mi manca il respiro mentre ondeggio, trattenuto ora in aria da braccia robuste che non sono quelle della mia pescatrice, ed invano inarco la schiena e guizzo e scalcio che ogni istante fuori dall'acqua mi accoltella i polmoni.
    Simon, per favore, rigettalo in acqua.
    Sento la sua voce che implora e la risposta che mi condanna: non essere infantile, Zoe, la pesca è una cosa seria.

    Anche la vita di un pesce è una cosa seria.
    E l'amore.
    E quelle piccole macchie brune sul viso di Zoe.
    Ma nessuno pare pensarci davvero.

    Grand Antoine, à toi toute mon admiration et celle de Zoe, la fille avec les taches de rousseur.
    Marlene
    P.S. - Scusa l'imbrattatura del commento cancellato :(
    Excuse-moi :)

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  9. tanto che non mi bagnavo in questo fiume...io pesce del 20 marzo!

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  10. I pesci sono "geniali" :-)

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  11. i pesci terrestri sono furbi e sanno sfuggire ai pericoli sulla terra..nel mare meno :-)

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  12. Mi piace quello che scrivi...
    ...cosa scrivi & come lo scrivi!
    Complimenti davvero... tornerò di nuovo a trovarti!
    Un abbraccio,
    Agnese...dalla sua "cuccia"!

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  13. Faccio parte della tua stessa triade ma il mio è un segno d'acqua fisso.
    Il tuo è un segno mobile, e la sua acqua è fredda e umida. Rappresenta l'infinito e l'immensità del mare, anche dentro un acquario, anche da vecchi.
    L'acqua del mio segno è fredda e secca, acqua palustre, apparentemente immobile, che nasconde sotto la superficie abissi sconosciuti. Dicono.
    Ricettività, immaginazione ed emotività sono i tre punti comuni ai due segni.
    E credo che camminare sia nuotare, volare, baciare, scopare, scrivere, pensare.

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