lunedì 5 marzo 2012

Testa esagono incassato





"E' stato come aprire un filo d'aria per far uscire una mosca", disse Riccardo togliendo l'ultimo piatto dalla tavola. Ma lei non l'ascoltava, le parole attraversavano tutta la sala per stamparsi sui vetri rigati d'umidità. Guardò la tovaglia misurando le briciole, sembravano avere tutte lo stesso peso e la stessa forma, poi toccò con la punta delle dita un seme di mela. La punta non indicava il nord e allora la spostò di qualche grado. In mezzo alle briciole trovò la vite : testa esagono incassato, ma questa caratteristica tecnica l'avrebbe scoperta molto dopo leggendo le istruzioni nascoste, piegate in quattro come un bugiardino. Era una piccola vite rosa senza punta.
"Da dove esce questa?", chiese ad Riccardo giusto per interrompere quella storia che già cominciava a perdere sangue. Riccardo la guardò come un allarme che suonava, ma fu un attimo, poi stuccò il suo sorriso migliore e prese a rassicurarla, forse era qualcosa delle bambine, di quello stupido elettricista che aveva finito un lavoro due giorni prima e allungò la mano per prendere la vite.
"La tengo io", fece lei stringendo il pugno, per accorgersi che era già chiuso.
La mattina dopo si controllò sotto l'ascella come aveva fatto il giorno prima, il nocciolino c'era ancora. Tastando meglio la pelle sentì che era una cavità, non sporgeva tanto, sentiva la presenza di un piccolo foro all'altezza del seno, un minuscolo vulcano. Avevano già sentito il dottore, fissato il chirurgo in ospedale, Riccardo era stato molto sollecito a sbrigare le pratiche dell'assicurazione. Tutti l'avevano rassicurata, non si trattava di niente di grave, non si doveva pensare sempre al peggio. Non sembravano per niente preoccupati. Nemmeno lei era preoccupata, all'inizio sì, si era spaventata parecchio, un pensiero seguiva l'altro, il tempo sembrava dilatarsi. Aveva iniziato a pensare di più a se stessa, non era una cosa normale. Da quando aveva trovato quella vite sulla tovaglia era passato persino il dolore. Era felice, era preoccupata, ma si sentiva meglio. C'era più spazio nella sua vita, più aria, più ricordi. I ricordi, tutti i ricordi. L'operazione era fissata fra due giorni, ma sentiva qualcosa di diverso. La cesta del bucato era piena, si era cambiata almeno due volte al giorno quella settimana. Era cambiata, non si riconosceva.
Chiuse la porta del bagno e scrisse col rossetto sullo specchio : ricordati la vite rosa. Aprì il pugno la prese tra le dita, alzò il braccio in alto, tastandosi ritrovò il piccolo foro e ci appoggiò la vite. Il passo era quello giusto. Lentamente provò a farla all'interno del foro, al primo giro non successe niente. Al secondo si sentì subito diversa, riuscì a malapena a fermare un riflesso del braccio che voleva tirare i capelli all'indietro e fermarli con un elastico. Al terzo giro si ricordò che Riccardo era solo R., che non si era mai chiusa in bagno. Sentiva il dovere di stringere quella vite, alzò lo sguardo sullo specchio, aveva sentito il battito.

R. continuava a bussare alla porta, ma il battito era arrivato per primo e prometteva di non smettere.



continua

22 commenti:

  1. il mio amore é un folle girasole che dimentica
    pezzi di sole nel silenzio.
    Isabel Fraire

    RispondiElimina
  2. Ho già provato quella sensazione Giardy.
    La visita, subito la biopsia e poi l'attesa.
    Non avevo una vite rosa, ma m'ha detto bene.
    E tu hai saputo descriver esattamente ciò che si prova.
    Ho letto e ancora sento R. che continua a picchiar forte dietro la porta del bagno. Eppur io non l'ho mai chiusa........
    Elisena

    RispondiElimina
  3. Niente commento, solo incanto.

    RispondiElimina
  4. Niente commento, solo incanto.

    RispondiElimina
  5. dev'essere per forza così facile.. sì. La bambola in alto somiglia molto a una mia illustrazione! ;)

    RispondiElimina
  6. l'immagine è presa da : http://www.enchanteddoll.com/

    RispondiElimina
  7. la vite rosa...a scordare la morte...
    Elisabeta_B

    RispondiElimina
  8. Mio caro.. sei stato scelto fra i fortunati per partecipare alla sfida internazionale sulle 10 cose che ti fanno stare bene!!
    Passa da me, e scopri come si fa!!
    E ultimo ma non ultimo.. I tuoi post sono sempre così intensi!!

    RispondiElimina
  9. Mamma mia che ansia che mi hai fatto venire.

    Un bacione e buon mercoledì!

    RispondiElimina
  10. per me, più di ogni altra volta, il racconto ha inizio dall'immagine di copertina...ho adorato te e il commento di elisena. baci ady

    RispondiElimina
  11. Io non ho provato ansia, invece, ma gusto e curiosità nella lettura. Poche righe per un giudizio più complesso. Posso dire solo "Bravo Antonio" ;)

    RispondiElimina
  12. La vite, per avvitare qualcosa che vuole scappare via.

    RispondiElimina
  13. Ricambio la visita.Bel racconto !Ciao

    RispondiElimina
  14. Nessun commento, ho solo letto voracemente. attendo il seguito

    RispondiElimina
  15. giusto accantonare le ansie, per almeno un paio di minuti...

    RispondiElimina
  16. Ah, ma continua! Ero rimasta spiazzata alla prima lettura... anche a me ha trasmesso un po' di inquietudine!

    RispondiElimina
  17. non saprie dire.. la sensazione, descriverla lascia addossi quel certo non so chè..

    ma molto bello, però mi è piaciuto soopratutto quel descrivere il dito che scova tra le briciole..

    un caro saluto

    RispondiElimina
  18. Ciao Giardi,
    qualunque parola nei tuoi bellissimi racconti acquista un significato profondissimo, e ti tocca.
    Non mancherò mai di leggerti, anche se mi sono aperte altre strade in cui e' altrettanto piacevoli incontrarti:-))
    Un abbraccio a te e grazie:-))

    RispondiElimina