La scuola vera venne costruita tre anni dopo. Studiavamo in uno di quei fondi comunali in Piazza C. , termosifoni come arpe di ghisa, sempre un po' freddini, c'erano i tubi di scarico del condominio che finivano in classe, ogni tanto si sentivano scrosciare gli sciacquoni. Era uno di quei posti difficili da abbellire, nonostante i nostri disegni appiccicati sui vetri, nemmeno con quell’alfabeto colorato attaccato alla parete.
A come Albero (senza frutti sennò vi sbagliate bambini), B come Barca (sempre spiaggiata ma con una vela gonfia appoggiata al vento), C come Castello (col ponte levatoio alzato), D come Dado (il doppio 6 non usciva mai), E come Elefante (di quelli indiani con le orecchie piccole e poco avorio), F come Farfalla (senza Fiore altrimenti vi distraete bambini), G come Gallo (troppo lontano da S come Sole per cantare la mattina), H come Hotel (due stelle senza colazione, ma non si diceva nulla, si stava zitti. E’ lettera muta), I come Isola (spiaggia con palma da cocco in attesa di naufrago), L come Latte (in bottiglia naturalmente, niente Tetrapack), M come Mela (Renetta rossa più da peccato originale che da strega di Biancaneve), N come Nodo (nodo bocca di lupo per cose che poi ti scapperanno) O come Orologio (fermo alle 16 e 37 o alle 10 e 25), P come Passero (solitario, vai finchè non more il giorno) Q come Quadro (appeso dritto su parete storta) R come Rospo (ma si è mai sentito di un Principe che bacia il rospo ? Sarebbe ora), S come Sole (è il tipo che si vestiva dietro le nuvole), T come Treno (in quelle stazioni dove le rotaie si incontrano all’infinito e le persone mai), U come Uva (acini viola per vino da fiasco), V come Vetro (sicuri non fosse uno specchio?), Z come Zebra (sola e tranquilla in una noiosa savana bianca senza leoni, senza iene, senza avvoltoi).
Una volta abbandonato dalla scuola quel fondo è diventato prima un distaccamento dell'ufficio anagrafe comunale tuttoincartalibera, poi in un negozio di parrucchiere dove uscivano le teste col miglior rosso mogano della città e infine è stato trasformato in appartamento.
Ma nessun fantasma, nessuna presenza inquietante, il proprietario lo sa, non si spaventa. Non è magia.
Una volta abbandonato dalla scuola quel fondo è diventato prima un distaccamento dell'ufficio anagrafe comunale tuttoincartalibera, poi in un negozio di parrucchiere dove uscivano le teste col miglior rosso mogano della città e infine è stato trasformato in appartamento.
Ma nessun fantasma, nessuna presenza inquietante, il proprietario lo sa, non si spaventa. Non è magia.
Quando suona il campanello, che sia un amico, il postino o pubblicità in cassetta non fa differenza, perché i libri lasciati aperti, ma anche il ricettario, l’elenco del telefono, si chiuderanno immediatamente, di colpo.
Ristampa
RispondiEliminaBello! E si, è proprio così, qualsiasi cosa si stia leggendo viene abbandonata appena suonano alla porta... O forse no?
RispondiEliminaGiardy, già da piccolo avevi il faccino da B come birbante. Che tenerume....poi crescendo ti sei abbandanota da solo!
RispondiEliminaIo ho baciato un Principe sai e subito dopo s'è trasformato in rospo. Che batosta ((((((
M come Magia e tu sai mettecerne tanta nei tuoi splendodi post!
Se senti suonare il campanello....sono io...i libri resteranno tutti aperti!
Strabacio uomo toscano!
Neanche lo sparo dello starter alla finale dei 100 mt funziona come la campanella.
RispondiEliminaMa A non era come ape da te?
Quei due occhioni sotto la freccia promettevano già viaggi sconfinati oltre la O di oceano
RispondiEliminaQuesto è uno spazio magico dove chi entra impara a sorridere, anche chi ha brutti o non ne ha affatto o chi, nell'entusiasmo, li ha dimenticati nell'acqua di un bicchiere.
RispondiEliminaIn questo spazio le rughe si distendono, si ridiventa bambini, magicamente si è disposti ancora a credere che, ad ogni lettera dell'alfabeto, corrisponda un sogno o un desiderio, e che il segreto per realizzarli è nascosto nel corretto assemblaggio delle lettere.
Cette place est magique, Antoine, et tu es un prestidigitateur prodigieux.
Je t'embrasse
Marlene comme Marlene :))))
Volevo scrivere
RispondiEliminaanche chi ha brutti denti
je m'excuse
G come grande post
RispondiEliminaChe nostalgia l'alfabeto attaccato ai muri, cosi rassicurante. A di Ancora e I di Incudine, me le ricordo perchè non avevo mai visto un'ancora e nemmeno una vera incudine. Poi la vita è arrivata e ho visto anche troppo.
RispondiEliminaGrazie
bartel
Un bel post davvero, il libro però.. viene abbandonato per poi essere ripreso, quasi sempre è lui a chiedercelo
RispondiEliminaPubblicati i biscotti!
RispondiEliminaAppena ho un pò di tempo (e mi ricordo) devo dedicarmi alla lettura del tuo archivio.
Ciao ;)
Questo bel post ha aperto la porta dei ricordi!!...la mia scuola è ora un albergo...un giorno sono entrata e ho chiesto di vedere qualche stanza...la chiesa dove ci portavano per le preghierine quotidiane è ora un ristorante...la sacra mensa è ora diventata un profano buffet!!!
RispondiEliminaCiaooooo
delicato e sorprendente, solo due appunti, la I è di istrice, e non esiste un "miglior rosso mogano", il rosso mogano è inquietante. un abbraccio al bambino che c'è in te baci ady
RispondiEliminaElenco simpaticisso ma la frase che non scorderò è "Era uno di quei posti difficili da abbellire". E' vero, ci sono posti dove neanche la magia può niente!
RispondiEliminaAnche un semplice alfabeto può aprirsi a milioni di visioni,e le tue hanno la dolcezzza dei ricordi dell'infanzia. miaooooùùùù
RispondiEliminaB anche come Balena... quella povera sì che a volte è spiaggiata. L come Latte - non ce lo metto neppure lo stato in luogo: non è latte se non vetrato - e alla U aggiungo già i solfiti.
RispondiEliminaSei straordinario. Baci
Come ai miei tempi, quando andavo alle elementari! Quante risate...
RispondiEliminaUn abbraccio e buona serata!
Un alfabeto magico, nuovo come il mondo, antico come la sapienza.
RispondiEliminache bello il tuo alfabero jardigno... baci
RispondiEliminaElisabeta_b