Non sempre per arrivare ad un'isola bisogna attraversare un braccio di mare. Da piccolo per raggiungere un'Isola bastava attraversare il pianerottolo. La signora Isola ha vissuto per oltre vent'anni nell'appartamento di fianco al nostro, al quarto piano. Nemmeno un lago, neppure un fiume ci dividevano solo quattro metri scarsi di marmo arlecchino.
La signora Isola era una persona unica con una storia straordinaria.
Era nata in Casentino prima che diventasse una terra di agriturismi, quando era piccola coltivavano il grano fino sotto ai castagni.
C'era rimasta poco perché ad appena 13 anni, andò a fare la serva in una ricca famiglia di Stoccolma. L'infanzia era finita così, dalla fame della campagna Toscana al freddo della Svezia, con l'aggiunta di qualche mese senza sole. Altro che "non facciamoci mancare nulla".
Eppure quell'esperienza non l'aveva segnata troppo perché ogni tanto la rammentava con orgoglio.
"Ummì raccontate storie perché i' mondo un po' l'ho girato, sono stata più di diec'anni a Stoccolma !"
...
Per liberarsi da quella situazione non rimaneva che sposarsi. Non era facile.
Alla fine si fece avanti un uomo molto più anziano di lei e questo non era il solo problema. Si trattava infatti di un parente, un cugino e per sposarlo ci volle l'autorizzazione del vescovo.
Era alta, piuttosto formosa e tutti la consideravano una nonna ancora prima di avere nipoti tutti suoi.
In casa sua vigevano regole ferree ma fondate sul piacere : la sera non si rigovernava i piatti , la domenica non si spolverava né si lavava i pavimenti, dove non si arrivava voleva dire che non si doveva pulire, ci doveva essere sempre qualcosa di caldo da mangiare a qualsiasi orario; per S.Giuseppe, anche con la febbre, bisognava preparare le frittelle di riso.
La sua specialità erano le caldarroste che cuoceva sulle piastre dei fornelli di cucina : erano perfette , ma che bolletta !
Nonostante una vita così difficile, così dura non imprecava mai, non si disperava. Quando si arrabbiava diceva : "Mondo piccino !" e quando perdeva le staffe : "Potessi raggiungerlo!".
Potessi raggiungerlo era riferito al "povero" marito morto anni prima ed era una specie di minaccia ai figli quando veramente non riusciva più a trovare soluzioni.
Potessi raggiungerlo.
Una volta da piccino mentre ero in ascensore col babbo gli chiesi come mai l'Isola diceva così.
Senza nemmeno guardarmi il babbo mi disse :
"Lo fà per tanto pe'dire, tanto unno ripiglia mica più. L'è morto da ott'anni!" (*)
(*) Lo fa per dire ormai non lo raggiunge più. E' morto otto anni fa
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaA me, sembra una gran donna, altro che Isola...
RispondiEliminaL'isola nella tempesta.
RispondiEliminaFà di te stesso un'isola, agisci rapidamente.
Ecco, due libere associazioni.
Poteva, raggiungerlo: non voleva. Voleva non raggiungerlo volendolo, ma solo accettandolo, quindi non volendolo.
Coriandolo.
Altra associazione.
Chissà cosa m'ha suscitato, questo tuo racconto. Forse Stoccolmo.
:-)
Dalle regole casalinghe si capisce che è stata a Stoccolma : non aveva le manie di persecuzione da superlucido delle nostre donne. Ma..lo ha poi raggiunto?
RispondiEliminaDa piccola, come tutti i figli unici, mi ero inventata un'amica immaginaria... Solo che non era una bimba come me, ma una signora identica alla tua Isola... Mi ha impressionato rileggerne la descrizione!
RispondiEliminaNei miei pensieri c'è sempre l'isola che non c'è.
RispondiEliminaForse perchè soffro ancora della sindrome di Peter Pan :-))))))
Mondo piccino mi sembra un'ottima espressione! Perché talvolta è ptroprio piccolo..
RispondiEliminaGiardigno....quanto mi piace la signora Isola!
RispondiEliminaIl tuo racconto mi ha fatto sognare, immaginare, sperare!Grazie!Syl
Bel personaggio! P.S.: dove li trovi tutti questi simpatici vifeo?
RispondiEliminaVIDEOOOO!!!!
RispondiEliminaUn personaggio davvero simpatico quest'Isola.
RispondiEliminaPoi tu sai che a me piacciono, le isole, vero?
...seconda stella a destra questo è il cammino!!! te tu sei fortunato...l'isola l'hai trovata!!
RispondiEliminache bel ricordo, (è un ricordo vero?)
RispondiEliminaLa cosa più bella è però la battuta del tu' babbo, come se l'andare in cielo fosse una gara e lui che che aveva un vantaggio di ben 8 anni....chi lo acchiappava più!
la signora isola.
RispondiEliminase bon jovi sapesse della sua esistenza si porrebbe più di una domanda.
Bel racconto! Mi è piaciuto moltissimo il video del primo link.
RispondiEliminaanche io ho conosciuto la mia signora Isola, una vicina di pianerottolo che mi faceva giocare a casa sua con la scatola del cucito. Cotone, nastri, pezzi di stoffa d'avanzo, ditali e spilli con la capocchia grande colorata, proprio quelli da sarta...Non so quanti metri di cotone le avrò fatto buttare dopo averlo irrimediabilmente intrecciato! Che ricordi bellissimi legati alla mia Isola, con quegli occhiali in punta di naso!
RispondiEliminaA me le storie tipo questa piacciono tanto. Ma tanto.
RispondiEliminaIn fin dei conti, sono ancora una bambina..
E' un superbo ritratto di donna, quello che qui tu hai fatto.
RispondiEliminaCe ne sono donne così, con gli stessi pregi o altri ancora solo che, nella tua deliziosa descrizione, noi le appreziamo ma, nella vita reale, spesso, neppure ce ne accorgiamo.
Fanno parte da sempre della nostra esistenza, troppo note, per noi, da diventare scontate.
A volte, perfino invisibili.
Invisibili e scontate ai nostri occhi ma, non a quelli di un bravo scrittore, sensibili ed attenti che, attraverso un tratteggio di parole ce le restituiscono nella loro specificità affinchè noi possiamo di nuovo riscoprirle.
E' davvero un bellissimo post
Marilena
belle le regole che vigevano in casa di Isola!!!
RispondiEliminaQuanto mi piace a scià Isola, è prorpio una in gamba, mi sarebbe piaciuto essere il suo gatto di casa miaoooooooo
RispondiEliminaTroppo forte la teoria del tuo babbo!:)
RispondiEliminaSpero di imbattermi anche io in una qualche "Isola" un giorno...
questa storia mi ricorda qualcosa della mia infanzia. :)
RispondiEliminabellissimo il link di isola e bella la tua signora Isola che sotto molti aspetti mi ricorda molto la mia tata Ortensia, la mia seconda mamma
RispondiEliminac'è stato un attimo che mi hai fatto pensare alla mama grande di marquez, sai?
RispondiEliminaTuo babbo pensa che con la morte è finito tutto?
RispondiEliminaE' un grande ottimista!!!
mirco
un pò irriverente l'ultimo video, ammettiamolo... simpatico però.Chissà cosa direbbe Isola se lo vedesse...
RispondiEliminaaveva un vantaggio di otto anni!
RispondiEliminagrande babbo!
marina
Che bella descrizione, con elementi divertenti ma anche molto sentita. Mi sarebbe piaciuto conoscere la signora Isola!
RispondiEliminaQuando litigo con mio figlio mi spuntano certi fiori in bocca...
RispondiEliminaAltro che "mondo piccino"...
:)
Ciao A. un post sfizioso:-) veramente!, mi hai fatto venire in mente un mio amico che ha 2 agenzie di lavoro e si chiama Isola, proprio così, ironia del destino, ora che il lavoro è diventato un'isola utopica ed immaginaria.
RispondiEliminaCordialità..
VIDEI GUSTOSI:-)
Mi piacciono molto le regole casalinghe di questa donna!
RispondiEliminafrancesca
ma come sei bravo jar conn queste personaggi degno di una sceneggiatura di film questo pezzo, un verismo puro ti contraddistingue...
RispondiEliminagrazie
un abbraccio
barche di carta
Io la vedo bene un'isola di Donne!
RispondiEliminasai che scrivi bene? le tue storie si leggono con piacere
RispondiEliminaadesso voglio frequentare di piu il tuo blog
Jardinho i tuoi racconti sono poesia...Isola, macche' un arcipelago..
RispondiElimina:)
tra i racconti che finora ho letto qui da te questo non so perché ma credo sia quello che più mi ha emozionata.. forse perché narra di piccole ma grandi cose, che hanno il sapore..l'odore.. genuino di una volta, e la figura di Isola commuove
RispondiEliminaun abbraccio
Ero a fianco di un'Isola, stamane all'alba, su un autobus. Con che fierezza raccontava della distanza di due centimetri fra un abito e l'altro come misura che la signora della casa dove lavora le impone per sistemare i capi stirati nell'armadio.
RispondiEliminaOgnuno di noi in ogni attimo della vita cerca....un'isola....
RispondiEliminaBel racconto...
RispondiEliminaSe ti va passa da me barbielaura.com
@Vagamundo: povera donna, sicuramente quella dei due centimetri non ha assolutamente nulla di meglio da fare e da pensare nella vita, non solo, pensa a come farà le poche cose che fa, non solo pensa che quella testa fina ha diritto di voto. Quindi: poveri noi, in effetti nessuno è un'isola
RispondiEliminaquant'è vero...
RispondiEliminami piace il tuo blog. ti aggiungo!
Compatibile... nel senso di compatire...
RispondiEliminatutto è compatibile!
buon fine settimana!
è vero. anche i morti, passettto, passetto, si allontanano. forse sarebbe meglio sapere che ci aspettano, come alla fermata del treno.
RispondiElimina