mercoledì 27 gennaio 2010

Valse triste



Mio nonno con le donne non aveva immaginazione. Di quattro figli, i maschi li aveva chiamati Amleto e Faliero mentre le due femmine Tina e Rina. Era come se avesse detto : per la fantasia pensateci da sole.
La zia Rina ci aveva provato, anche se con gli uomini non aveva fortuna. Il marito l'aveva scelto da sola. Non si era fatta sedurre, era stata lei ad andare dalla suocera. E la suocera aveva provato pure a scoraggiarla !

"Un sa fare nulla, unn'è bono " gli disse quel pomeriggio prima del caffé.
In effetti aveva ragione : non sapeva fare nulla. Aveva soltanto un voce bellissima, alla Mario Del Monaco, ma per contrappasso era preso dal panico di fronte al pubblico. I suoi migliori spettacoli li faceva sotto il porticato, all'ombra, lontano dagli sguardi. Solo il suono degli applausi.
I figli li tirò su tutti da sola lavorando in ospedale.

Da vecchia aveva la passione del ballo. Non avrebbe perso una serata danzante al Circolo Marinai d'Italia per niente al mondo. I figli si lamentavano che non stava mai in casa, ma è difficile stare in casa quando vivi in un seminterrato ed hai nell'armadio tutte quelle scarpe lucide.
Una sera durante un valzer inglese sentì un dolore pungente alla spalla sinistra scendere fino alle costole. Il suo cavaliere, un po' spaventato, gli chiese se doveva accompagnarla al pronto soccorso.

"Macchè, l'è un dolore intercostale, ho preso una frescata" - gli rispose la zia un po' risentita.

Si fece portare una sedia in sala e lui gli ballò intorno fino a tardi tenendola per mano.
Prima di riaccompagnarla a casa gli chiese ancora se poteva accompagnarla all'ospedale, ma lei rifiutò.

"Ci schiaccio l'alba al pronto soccorso!"

Durante la notte l'infarto aveva scalato il carnet per un giro di viennese. Al cuore piace troppo il valzer viennese. Non ti lascia morire con un quick step.

43 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. la foto è presa da http://www.carenalpert.com/h/img_still.htm

    molti link forse troppi

    RispondiElimina
  3. nei tuoi post che c'è sempre una meravigliosa dolce malinconia:)
    buona giornata

    RispondiElimina
  4. Post delizioso. Tenero e delicato modo di raccontare un fatto doloroso. La tristezza ha bisogno di simili leggerezze!

    RispondiElimina
  5. bel post, mi fa pensare al babbo del mio amico.

    RispondiElimina
  6. A parte l'epilogo tragico che magari poteva essere evitato, zia Rina ha vissuto la sua ultima giornata spensieratamente, godendo della sua passione. Non so leggerlo come un cattivo trapasso, anzi...

    RispondiElimina
  7. Eh si caro Giardigno, morir danzando....
    Almeno zia Rina, era felice in quel momento!
    Concordo con Angelo azzurro!Syl

    RispondiElimina
  8. E' SEMPRE UN PIACERE LEGGERTI, HAI SEMPRE UN MODO COSI' CARINO DI RACCONTARE, UN FARE GARBATO COME UN CANTASTORIE..E IO RIMANGO INCANTATA DALLE PAROLE..

    RispondiElimina
  9. agrodolcissimo!
    il trapasso ci vuole, non è una bella ne' brutta fine, ma LA fine - che aspetta tutti d'altronde- e perchè quindi non vivere la vita facendo quello che si adora fino alla fine? Si tanti Link, non sempre si ha tempo di vederli tutti...

    RispondiElimina
  10. Splendido come al solito, anche se non sono sono abituata ai finali tristi, sono ancora troppo piccola per tutto questo.

    Mi piace!

    un bacio!
    B.

    RispondiElimina
  11. Bellissima storia, mi piace molto il tuo stile. E leggo sempre con grande curiosità i tuoi post. Ciao Antonio.
    Marilena.

    RispondiElimina
  12. Mi viene la curiosità di sapere come se la cavò Tina.

    RispondiElimina
  13. Molto bello anche questo racconto!

    RispondiElimina
  14. Una donna che comunque alla fine aveva trovato ciò che davvero dava colore alla sua vita..

    RispondiElimina
  15. Il cuore solitamente non incontra ragioni.
    Per questo e' portato a farsi piacere troppe cose.

    RispondiElimina
  16. Il marito l'aveva scelto da sola. Non si era fatta sedurre, era stata lei ad andare dalla suocera. E la suocera aveva provato pure a scoraggiarla !
    "Un sa fare nulla, unn'è bono " gli disse quel pomeriggio prima del caffé.

    Ma io trovo queste due donne assolutamente meravigliose!
    Ex equo, in questa fantastica storia al femminile.
    Dolce ed ironico.
    Nello stile che ti contradistingue.
    Mi hai incantata
    Marilena
    P.S. - Ma la suocera, seppur sullo sfondo, è strepitosa!

    RispondiElimina
  17. Mi piace pensare di poter morire così!
    E' davvero un bel modo di lasciare questa carne.
    Senza vergogna e con quell'ultima passione assecondata.
    Che altro serve? L'ultimo paio di scape per farci compagnia dall'altra parte.
    Un abbraccio

    ps.
    suocera fantastica e troppo link :-)))

    RispondiElimina
  18. Bellissimo racconto, commovente in modo delicatoe ironico, una bella figura femminile che sa vivere sempre fino alla fine, rimandando anche la morte per fare ancora quel giro di varzer, e se la vira le è stat dura, questo momento ha reso tutto più dolce.
    carina anche la suocera che cerca di dissuaderl ada un madornale abbaglio ....
    Sei sembre molto bravo e coinvolgente.Miao

    RispondiElimina
  19. che tristezza, jardi. e il bello è che mentre noi siamo qui tu, magari, sarai da qualche parte a ridere e a divertirti.
    e allora ho deciso di vendicarmi ricordandoti adrian mutu.

    RispondiElimina
  20. Un post pieno di struggente malinconia... per una vita passata in punta di piedi.-
    Mi sarebe piaciuto conoscere tua zia.-
    Un abbraccio.-

    RispondiElimina
  21. eheheheheh
    rispondo al commento lasciato da me: sei arrivato al senso filosofico della foto!!!

    RispondiElimina
  22. no, il valser non è il mio genere.... però il racconto della zia è bello e la zia mi sta anche simpatica....
    un abbraccio e buon weekend

    ^_____________^

    RispondiElimina
  23. la morte ha lottato tutta la notte e la zia ha combattuto con la danza... chi dice che, malgrado tutto, non abbia vinto la zia?
    "Ubi saltatio, Ibi Diabolus" come facevano dire a san Giovanni Crisostomo... Io ho tifato per la zia

    RispondiElimina
  24. Una zia coraggiosa, non c'è che dire. Aldilà del triste evento, il racconto è davvero ben scritto.
    Buona giornata :)

    RispondiElimina
  25. Che carino dedicare un post così bello alla zia!

    RispondiElimina
  26. La passione, non importa per cosa, ti fa vivere fino all'ultimo respiro. Non c'è vita più appagante di una passione che ti travolge. Che donna!

    RispondiElimina
  27. e se la morte fosse stata così gentile da lasciarle ballare l'ultimo valzer? L'ultimo desiderio non si nega a nessuno e tua zia si è addormentata col sorriso sulle labbra...

    RispondiElimina
  28. Davvero bello questo post.,. Dico,di suocere così oneste che addirittura scoraggiano l'acquisto del prodotto, ad avercene... Si risparmierebbero un sacco di incidenti...

    RispondiElimina
  29. Persone diverse...eppure chissà perchè le tue storie suonano sempre familiari :)

    RispondiElimina
  30. hai descritto in modo commovente e allo stesso tempo lieve questo tutto sommato dolce commiato..

    allora è vero che la vita è come un giro di Valzer..

    un abbraccio

    RispondiElimina
  31. ... ma gli valse l'ultimo abbraccio col mondo restandosene comodamente seduta.

    RispondiElimina
  32. ricordo che fin da bambina seguivo i miei genitori a ballare il liscio avevo gli autografi di tutta la band casadei...
    mi ha ricordato mio padre e mia madre quando partivano con la compagnia sembravano più giovani di me...mia madre elegante scarpe lucide e vestiti da sera...
    sai raccontare le cose tragiche con rispetto e dolcezza
    ciao jar
    barche di carta

    RispondiElimina
  33. Eccezionale la zietta! Che grinta! Fino in fondo ha fatto tutto da sola!

    RispondiElimina
  34. Forse un pò troppi link, sì, ma mi permetto di scriverlo solo perchè ne accenni tu inizialmente, eh!
    :-)
    Una storia qualsiasi, una storia unica.
    Grazie.

    RispondiElimina
  35. Mi hai emozionata già col titolo e la foto (ho avuto un debole anch'io per le decolté rosa), ma ancor più con questa tua scrittura, che quand'è fatta di ricordi come questi, è davvero musicale.

    RispondiElimina
  36. Quanti intrecci. Hai deciso di metter su una vera e propria soap? :-)))
    Un bacio, carissimo e spettacolare 'menestrello'...^_^

    RispondiElimina
  37. Colpisce la poesia con cui racconti questo episodio e la dolce e struggente malinconia di cui è pervaso...
    Buon inizio settimana.

    RispondiElimina
  38. La zia Rina era una gran DONNA, la sua vita l' ha vissuta AUTENTICAMENTE.
    TROIS CHAPEAU alla RINA REGINA.

    RispondiElimina