venerdì 10 maggio 2013

Elevator Tales




E se la bocca mi rifiuti ti bacerò la mano
e gigli bianchi o rossi petali di papaveri ti porterò.
Ahimé, povero Ciclope, dove vola la mia mente?
Se piuttosto andassi a intrecciare canestri
e cogliere germogli per le agnelle più senno avrei!



Sulla targhetta è ben specificato che si tratta di un ascensore di CAT.A, nessuno sa bene cosa vuol dire, porta 4 persone per un totale di 320 kg. Pesando tutti gli inquilini (a vista, non oserai mai chiedere nulla), al netto dei tre cinesi che vanno sempre a piedi il mio peso ideale dovrà essere sempre intorno a 77-78 chilogrammi. E' una mania tutta mia questa, non c'è da preoccuparsi, non ho inventato la dieta dell'ascensore. Comunque stasera niente birra.

I tecnici che lo riparano sono due fratelli macedoni, si chiamano Ervin e Klodian e litigano di continuo. Oggi discutono dai pianerottoli da due piani diversi del palazzo. Parlano di Omero. Secondo il maggiore Ulisse e Polifemo non potevano parlarsi, il Ciclope era siciliano non parlava il greco ma un dialetto particolare, qualcosa che è rimasto nell'attuale intercalare degli isolani. Quando Ulisse dice di chiamarsi "Nessuno" il gigante non poteva comprenderne il significato e tantomeno gli altri ciclopi. Non potevano ridere di uno che si chiamava nessuno. I due gruppi di personaggi, di fatto, non avevano modo di comunicare. Klodian obiettava che la ninfa Toosa, madre di Polifemo, potrebbe avergli fatto da insegnante, ma tutti quelli che la conoscevano ribattono che si trattava di un personaggio triste e malinconico totalmente inabile alla didattica, entusiasta solo di fronte al mare grosso. Chissà cosa ci ha visto Poseidone.
Quando finiscono vengono sempre a suonarmi il campanello per farsi firmare la bolletta d'intervento. Il minore insisteva nel parlare di monftalmia (meditando sulla risoluzione del problema di salute che affliggeva i ciclopi), l'altro è convinto invece si tratti invece di oloprosoncefalia. Salutano e se ne vanno, dentro di me li vedo legati sotto la pancia dei montoni mentre escono dal palazzo.

Il viaggio dell'ascensore dal piano terra al sesto ora dura 31secondi esatti, è un viaggio di 31 secondi; c'è un secondo di scarto in più rispetto a prima dell'intervento, un secondo di ritardo prima di entrare in casa. Non riesco a capire se quei due mi hanno rubato il tempo o mi concedono questo brevissimo supplementare per pensare. Certo che lo hanno fatto per me, mi vanto sempre di non averne, ora dovrò preoccuparmi di quel secondo, questo esametro in più, un rigo di vita.
 
 
 
 
 
 
 
 

8 commenti:

  1. averceli dei manutentori così regalano tempo e disquisiscono di Odissea, tu pensa a rimanere 77-78 Kg

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  2. ...è davvero un peccato abitare al piano terra...baci Ady

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  3. A scuola non me lo avevano detto che Ulisse ed i Ciclopi parlavano due lingue diverse, avrei dovuto pensarci anch'io. Ora mi pare ovvio che non riuscissero a capirsi.
    Inquietante questo viaggio nelle malformazioni del cranio.

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  4. Relatività . Un secondo
    In piu un secondo in meno. Un secondo al piano terra . Un secondo in piu per arrivare. Un secondo per tornare . Un secondo senza
    Contorno prego.
    Per
    I primi solo soli.
    FG

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  5. cencedere, concedersi tempo è sempre pro~positivo

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  6. se anche toosa era entusiasta solo di fronte al mare grosso, vuol dire che è vero che le dimensioni contano.

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  7. Io controllo sempre la portata di un ascensore.

    Bacio

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  8. certo che i tuoi ascensoristi sono persone interessanti: parlano di ciclopi e odissee.... gli ultimi che ho sentito discutere io litigavano sulle chiavi inglesi!!!
    hanno addirittura regalato un secondo a tutti gli inquilini... che bello un secondo a viaggio!
    Sandra

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