Appena nato ero brutto, tutto nero, secco rifinito da far spavento, "parevo un rospo spellato". Pronto e disponibile ai baci di qualche principessa di passaggio. Da qualche mese a Firenze avevano inaugurato il nuovo padiglione Maternità all'interno dell'Ospedale di Careggi. Nei bagni appena asciugato l'intonacato erano già comparse le solite scritte, dal numero di telefono dell'infermiera Giannina (una gran topina), ad alcune considerazioni riguardanti la sessualità di Silvano il caporeparto (vi risparmio la rima baciata), fino all'immagine di tale Osvaldo del quale ho ritrovato qualche anno dopo (con la sua peculiare, priapica voglia del ciuco) un graffito antichissimo nella tromba dell'ascensore di casa mia. Ma la scritta che mi ha identificato, segnato, direi battezzato è quella che apparve la mattina della mia sofferta venuta al mondo e diceva : "non dico di farci centro ma almeno cacateci dentro "(senza virgola). Altro che "stay hungry, stay foolish !!!"(con la virgola). Rimasi più di un mese dentro l'incubatrice e una volta uscito dall'ospedale c'era già qualcuno che non mi voleva più tanto bene. E' andata così, mica mi voglio lamentare, perché è come se abitassi da sempre dentro una piccola mela battuta. Una di quelle da mangiare subito sennò... Non mi sembra nemmeno un difetto.
Una mattina il maestro, durante una delle sue incazzature, mi disse che non ero poi così bravo come pensavano tutti. Era che facevo solo "mezzo schifo", rispetto al resto che faceva ribrezzo ein plein. Ma io in quella metà da buttare ci ho trovato dei semi buoni e buccia viva da solletico (da non pelare, non serve per tirare avanti, ma per attaccarci sogni pesanti). Altro che stay hungry. Stay foolish (col punto).
E' la perfezione quella che siringhiamo di silicone, perché ci fa solo tirare avanti. Ai difetti invece non basta un bacio come ai rospi, gli si dà un bel morso. E lo dico contro il mio interesse perché io ci vivo in queste piccola mela battuta.
Di quella donna che ora è lontana/ho portato con me i baci e l’altezza,/le dimensioni esatte, i fianchi,/e i suoi più timidi sogni d’amante./Di quella donna mi rapì lo sguardo,/la voce ,l’odore, i gomiti, le anche,/ho portato con me la nudità, e i suoi modi /di essere ogni notte un verso./Con me ci sono la sua pelle e LA MELA/che vive nei suoi seni. I suoi capelli,/le ginocchia, l’ombelico, il sorriso./Di quella donna ho qui l’impazienza,/di inventare una lucciola in pieno volo/e con la sua luce aprirmi una finestra).
RispondiEliminaMario Enrique Mayo Hernández
fortunata quella donna e quella mela, le mele battute sono mele vissute, altro che quelle lucide che non hanno conosciuto il mondo
RispondiEliminaQuoto amanda... lo dice anche il proverbio
RispondiEliminauna mela battuta al giorno....
mirco
Quando si dice prendere a morsi la vita .....
RispondiEliminaniente di più che: bello, come sempre. divertente e anche profondo. yeah
RispondiEliminaSono le persone che nascono rospi dentro una piccola mela quelle che poi sanno dare i semi più grandi che poi riprodurranno i frutti più buoni.
RispondiEliminaMeglio stare per un pò in una incubatrice che in un micronde!
Megio non esser geni a scuola (antipatici e quattrocchi in genere) perchè poi ci sa le pere!
Meglio esser così Giardy esser una piccola mela, magari anche un pò "battuta", ma rossa e con tutto il suo profumo.
Ho sempre adorato la perfezione degli imperfetti, quella che non contiene vermi circolari!
Un bacio, da una piccolissima ciliegia, neanche mela!
Elisena
P.S.:Notevole la poesia di Mario Enrique Mayo Hernández!!!!!!!!
Freud ci avrebbe avuto da lavorarci per anni.
RispondiEliminaa volte sei di un dolce che sale la glicemia. ma a me piace da morire!!
RispondiEliminaPerò la perfezione non esiste! (e meno male!)
RispondiEliminaFantastico il video del detective!!! ;)
RispondiEliminaaffascinante modo di essere alla frutta.
RispondiElimina...a me sembra che sei cresciuto bene, e quella mela è diventata bella e succosa:-)
RispondiEliminaUn bacio, Jardy...
*A*
...la mela...che fece cadere in tentazione Adamo ed Eva!
RispondiElimina...sorrido (come sempre quando ti leggo).
Ahahah, "mezzo schifo" fa troppo ridere!
RispondiEliminaMelamangio e sputo il rospo.
RispondiEliminaMi sembri una mela golden tu, altrochè.
i graffiti nella troba dell'ascensore ritornano nei tuoi scritti, vedi come sono attenta. bellissimo
RispondiEliminaSenza offesa, non dico che eri messo peggio di me..ma quasi..:-) I tuoi racconti brevi sono amari e deliziosi..Un saluto
RispondiEliminaMolto interessante come scrivi!
RispondiEliminaAccattivante!! :)
Spero di riuscirti a seguire spesso!
Ma quella piccola mela abbattuta, dove tu vivi, Antoine, è ubicata nel giardino dell'Eden, dove gli alberi di mele fecondano copiosi e ad ogni stagione.
RispondiEliminaQuella piccola mela, tua residenza, è la casetta sull'albero di un monello intelligente ed audace, che guarda il mondo con gli occhi incantati di un poeta e l'ironia mordente di un cantastorie, un garbato stornellatore che, lungi dal smarrirsi nella immensa foresta di meli dell'Eden, ci racconta, da par suo, storie realissime, di questo mondo, che giungono a noi come fiabe, racconti di un mondo già perso in un altro: ma è il nostro mondo contemporaneo quello di cui, tu, Antoine, vieni con tanto garbo a raccontarci.
T'immagino, passeggiare, nella foresta dell'Eden, all'ombra dei meli, e disquisire di letteratura e filosofia e, perchè no, politica e sport, con l'Alighieri, che ha la sua casetta di legno sul melo prospiciente al tuo.
Sei uno dei più bravi, Antoine.
Tanto, abbondante, succulento, gioioso, riflessivo materiale solo per un blog!
E' uno spreco.
Sei un grande, e lo penso sinceramente.
Un bacio
Marlene